La Direzione Investigativa Antimafia, Articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con la collaborazione del Commissariato di P.S. di Leonforte, ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta della Procura della Repubblica nissena, nei confronti di un imprenditore agricolo originario della provincia di Messina, ma residente in quella di Enna, condannato per usura e associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, ritenuto “stabilmente inserito nel circuito della criminalità locale” ed in “costante contatto anche con esponenti di qualificato spessore mafioso”, come si legge in una nota della DIA.
Le risultanze investigative acquisite dalla DIA, frutto di attività avviata a seguito di interdittiva antimafia emessa a carico dell’impresa individuale intestata alla moglie del proposto e le successive indagini economico patrimoniali espletate, hanno fatto emergere come quest’ultimo, nel tempo, si fosse reso responsabile di reati lucrogenetici, definiti con sentenze passate in giudicato e consumati anche con soggetti riconducibili al panorama mafioso ennese.
In tale contesto emergeva “l’anomalo” incremento di ricchezza dell’imprenditore rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata in rapporto al consistente patrimonio finanziario ed immobiliare accumulato negli anni.
Il sequestro, per un valore stimato ammontante a circa 6 milioni di euro, ha riguardato n. 120 beni immobili, di cui 9 fabbricati e 111 terreni per un’estensione complessiva di circa 75 ettari, nonché un’autovettura e svariati rapporti finanziari.