Il “Tindari Festival” regalerà nuove emozioni oggi e domani con “In difesa di Clitennestra”, che debutterà in prima nazionale presso l’ex Convento San Francesco a Patti, con Manuela Ventura, Noemi Scaffidi e Claudia Di Pasquale, per la regia di Stefano Molica.
Il regista pattese si trova, ancora una volta, ad affrontare il mito e, in particolare, il mondo femminile nella sua complessità. Sono donne infatti, le protagoniste. Tre donne in uno spazio chiuso a fare i conti con il loro passato e con se stesse. Il testo rilegge in chiave contemporanea il personaggio di Clitennestra, che diviene più umana e sola, meno algida e forte. Ma è anche la sua storia a subire un ribaltamento sostanziale fino al colpo di scena finale.
Stefano Molica prosegue nel suo percorso di rilettura del mito classico e dopo Giocasta ed Edipo si confronta con un’altra figura di donna potente e fragile allo stesso tempo. È uno spettacolo sulla ricerca della verità e sullo sgomento che ne deriva. Stefano Molica è un punto di riferimento teatrale molto importante per il nostro territorio, grazie a lui molti giovani hanno intrapreso la carriera nel mondo del teatro e tantissimi si sono avvicinati a questa meravigliosa disciplina creando una preziosa rete culturale.
Tre figure femminili, tre attrici capitanate da Manuela Ventura, bel talento nostrano, conosciuta in tutta Italia grazie alle sue interpretazioni nelle più importanti produzioni televisive e per la seconda volta al Tindari Festival.
Sublime nel ruolo di Clitennestra, Manuela Ventura è un’attrice dalla ricca carriera teatrale: ha lavorato con registi di grande spessore artistico come Armando Pugliese, Micha Van Hoecke, Vetrano e Randisi. La sua esperienza si estende anche al piccolo e grande schermo, sotto la direzione di Alberto Sironi, Renato De Maria e Michele Soavi.
Al suo fianco, il giovane talento pattese Noemi Scaffidi nel ruolo di Elettra, diplomata presso il prestigioso Istituto Nazionale del Dramma Antico, già allieva di Stefano Molica.
Completa il terzetto Claudia Di Pasquale, attrice e teatroterapeuta, che vestirà i panni della Nutrice.
«Il mito ci parla, come sempre, anche di noi stessi e del nostro tempo – dice Stefano Molica – ci racconta dell’ossessione per la verità oggettiva e assoluta, che permea la nostra società, incapace di accettare la totale mancanza di certezze che invece la caratterizza».