Il minorenne coinvolto, insieme ad altri sei ragazzi, nello stupro di gruppo dello scorso 7 luglio a Palermo è tornato in carcere. Si tratterebbe di un aggravamento della misura cautelare, che solo pochi giorni fa il gip aveva revocato perché il giovane – oggi diventato maggiorenne – avrebbe compiuto “una rivisitazione critica” delle proprie azioni.
Era stato affidato a una comunità di recupero, un centro d’accoglienza per minori, ma ora tornerà in carcere, al Malaspina di Palermo. Contro il provvedimento che aveva permesso la scarcerazione, la Procura per minorenni guidata da Claudia Caramanna aveva fatto ricorso.
L’ex minorenne, indagato per stupro, avrebbe violato il divieto di comunicare con l’esterno dalla comunità. Lì infatti avrebbe avuto l’opportunità e i mezzi per inviare messaggi non consentiti.
Dalle indagini dei carabinieri sul cellulare già sequestrato del ragazzo e sui profili social sarebbero emersi nuovi dettagli, che potrebbero quindi aggravare la sua posizione. Sarebbe stata infatti recuperata una chat eliminata, da un consulente informatico, nella quale l’indagato si vantava della propria performance sessuale dopo la violenza di gruppo e nella quale parla della violenza in modo divertito, compiacendosi con gli altri accusati.
Inoltre, base della decisione del gip di rimandare in carcere il minore una serie di video postati su TikTok durante la permanenza nella comunità, nei quali si vanta di aver ricevuto messaggi da numerose “fan”. In un altro scrive: “Chi si mette contro di me si mette contro la morte”.
In considerazione di tali circostanze il giudice ha quindi ritenuto che il minorenne sia lontano da una “rivisitazione critica” della propria condotta, che gli era stata invece riconosciuta quando, confessando, si era detto pentito e aveva mostrato segni di ravvedimento.
Questi nuovi elementi smontano quel pentimento dimostrato in apparenza dal ragazzo di fronte al gip che aveva poi concesso il collocamento in comunità. La nuova richiesta di misura restrittiva è stata accolta da un gip diverso dal primo.
Gli altri sei ragazzi sono invece stati trasferiti d’urgenza dal carcere palermitano di Pagliarelli. La richiesta di trasferimento era arrivata proprio dai giovani, spaventati dalle minacce ricevute dagli altri detenuti, che non perdonano simili reati. Ora si trovano in altre strutture penitenziarie siciliane.