sabato, Novembre 23, 2024

Bancarotta “Centonove”, pena ridotta per l’editore Enzo Basso

tribunale riesame messina

Nelle ultime ore, si è conclusa in Appello la sentenza riguardante il processo per bancarotta dello storico settimanale Centonove, portando con sé significative novità per due degli imputati coinvolti. L’editore del giornale, Enzo Basso, ha visto la sua condanna iniziale ridotta da sei anni e cinque mesi a quattro anni e quattro mesi, mentre il contabile Giuseppe Garufi è stato assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Ed è forse questa qui la grande stranezza della sentenza che fa ben sperare nel terzo grado di giudizio.

A presiedere la Corte in questo delicato procedimento giudiziario c’era il giudice Alfredo Sicuro, con il relatore Antonino Giacobello e il giudice Luana Lino che completavano il collegio giudicante. Il momento culminante dell’udienza è stato quando Enzo Basso, l’editore, ha deciso di fare delle dichiarazioni spontanee. Per ben tre ore, ha fornito una dettagliata difesa di sé stesso, ribattendo punto per punto alle accuse che gli erano state mosse e alle aspre dichiarazioni del procuratore generale Felice Lima, che aveva persino richiesto un aumento della pena rispetto alla condanna di primo grado, chiedendo sei mesi in più per Basso e tre per Garufi.

Enzo Basso ha chiarito con fermezza di non aver mai tratto alcun vantaggio economico dalla gestione di Centonove o dalle società collegate, anzi, ha sottolineato di aver investito capitali propri nella società e di aver subito perdite. Anche per lui sono giunte alcune assoluzioni, poiché il tribunale ha stabilito che alcune delle accuse non avevano fondamento, in particolare quelle riguardanti il falso, che secondo l’accusa sarebbe stato commesso in collaborazione con Giuseppe Garufi, il quale ora – buon per lui – è stato ora assolto completamente.

Il legale di Garufi, Carlo Mastroeni, ha commentato con soddisfazione il verdetto, affermando: “Finalmente, dopo sette anni di processi, è giustizia per un onesto lavoratore che ha solo svolto il suo mestiere”.

Dall’altro canto, l’avvocato Andrea Calderone, che rappresenta Enzo Basso, ha dichiarato: “Prendiamo atto del parziale accoglimento dell’appello, tuttavia è una sentenza che ci soddisfa solo in parte, pertanto attendiamo il deposito delle motivazioni, convinti di poter dimostrare le nostre ragioni in Cassazione”.

Il destino dei protagonisti di questa vicenda giudiziaria sarà ora nelle mani della Corte Suprema, che dovrà esaminare l’appello e le ragioni delle parti coinvolte.

Va notato che la Corte Suprema ha già annullato la sentenza di condanna della Corte d’Appello di Messina per altri due imputati che avevano scelto il rito abbreviato, Francesco Pinizzotto e Andrea Ceccio, difesi dagli avvocati Luigi Giacobbe e Alberto Gullino, rinviando il caso a un’altra sezione.

Tutti gli imputati erano stati coinvolti in questo caso a causa di alcune accuse di bancarotta e per le intricate operazioni societarie nell’ambito dell’editoria.

Le autorità della Guardia di Finanza avevano contestato la costituzione di una serie di società finalizzate a percepire i contributi dell’editoria e a evitare le conseguenze dei fallimenti delle società madre. Con la conclusione del processo in Appello, ora si aprirà un nuovo capitolo nella saga legale di Centonove, con la speranza di giungere a una conclusione definitiva e giusta per tutte le parti coinvolte.

Massimo Scaffidi

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