La Flc-Cgil Messina è contraria a qualsiasi azione di dimensionamento che riduca il numero di autonomie scolastiche sul nostro territorio. Così la segretaria generale della Flc-Cgil Messina Patrizia Donato (nella foto), intervenuta alla conferenza territoriale sul dimensionamento scolastico che si è svolta ieri.
“Si tratta di operazioni che vanno in un’unica direzione – ha detto la segretaria della Flc – quella di danneggiare e di depotenziare la scuola pubblica in termini di risorse finanziarie e professionali”.
Elevando a 900 il numero minimo di alunni per mantenere in vita un istituto – fa presente il sindacato scuola della Cgil – in Italia si passerà da 8007 istituzioni scolastiche a 7309, con un taglio di ben 698 scuole corrispondenti al 10% a livello nazionale. Ma questo 10%, non peserà allo stesso modo per tutti, al Sud si pagherà un prezzo più alto.
Regioni come la Basilicata e la Calabria si ritroveranno una scuola in meno ogni quattro. La Sicilia perderà 92 istituti e la provincia di Messina il prossimo anno segnerà un meno 11 sulla tabella delle istituzioni scolastiche.
“Un sacrificio troppo alto per la nostra città”, afferma Patrizia Donato che evidenzia come “questa operazione non ha nessuna logica se non quella del risparmio perché non tiene conto della complessità territoriale della nostra provincia, ma soprattutto sembra procedere in direzione opposta alla necessità di preservare i presidi scolastici in una realtà difficile come sono le città metropolitane”.
“È di pochi giorni fa il report di Save the Children “Fare spazio alla crescita” – prosegue Donato – che inserisce Messina tra le aree svantaggiate con sacche di degrado territoriale dove, a farne le spese sono i più giovani che vivono questo svantaggio economico spesso accoppiato a fenomeni di povertà educativa e di dispersione scolastica”.
E proprio i luoghi più svantaggiati sono chiamati a pagare il prezzo più alto, invece di potenziarli riduciamo i presidi scolastici, alimentando ancor di più le già evidenti disparità. Queste profonde disuguaglianze rischiano di compromettere irrimediabilmente il futuro di chi cresce privato del sacrosanto diritto ad avere diritti, è la denuncia della Flc Messina.
“Ho chiesto ai sindaci intervenuti alla conferenza provinciale – dice la segretaria generale della Flc – come mai non si sia sollevata una protesta da parte delle amministrazioni locali, una chiara presa di posizione contro un governo regionale che si è limitato ad essere mero esecutore di un provvedimento legislativo che parla a tutti i livelli un linguaggio contrario alla rinascita del meridione.
Il sindacato non può essere chiamato ad operare delle scelte tra le scuole da mantenere e quelle da cancellare, il nostro ruolo, afferma la sindacalista è quello di lottare per il rafforzamento della scuola pubblica e per la salvaguardia delle autonomie scolastiche.
Il nostro no al ad ogni forma di accorpamento e dimensionamento è un no concreto che parla a tutto il Paese, non solo alle singole province. La Flc-Cgil nazionale, il 26 settembre ha impugnato davanti al tar del Lazio il regolamento attuativo delle disposizioni sul dimensionamento, fissando così la sua netta contrarietà a qualsiasi forma di riduzione dei presidi scolastici.
La risposta del tribunale amministrativo del Lazio è attesa per il 7 novembre. Mentre altre regioni, come Campania, che ha avuto già l’accoglimento, Emilia Romagna e Puglia hanno impugnato il provvedimento, in Sicilia il presidente Schifani sembra non accorgersi che la nostra Regione, pur essendo la prima in Italia per povertà educativa e dispersione scolastica, sarà anche una delle più colpite dai tagli del governo nazionale sulla scuola”.