Appello in parte inammissibile ed in parte infondato. Così il Consiglio di Giustizia Amministrativa sul ricorso proposto dal comune di Mazzarrà Sant’Andrea, oppostosi alla Regione per la vicenda riguardante le somme erogate per procedere allo smaltimento del percolato dai serbatoi dalle vasche della discarica di contrada Zuppà.
Il comune dei vivai, rappresentato dall’avvocato Oreste Puglisi, aveva chiesto la riforma della sentenza del Tar di Catania emessa nel 2021. In primo grado aveva chiesto l’annullamento del decreto regionale del 16 ottobre 2019 con cui fu ordinato al comune la restituzione di circa 700 mila euro, somme che furono anticipate dalla Regione.
La vicenda si riferisce alla discarica gestita dalla società Tirreno Ambiente, che, sin dai primi mesi del 2017, fu interessata da fenomeni di sversamento del percolato. Il Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti chiese, pertanto, la convocazione urgente della Giunta Regionale che stanziò prima 300 mila euro e poi 200 mila euro.
Con nota del 28 ottobre 2017, la Tirreno Ambiente comunicò che i fondi regionali stanziati erano pressoché esauriti e che, anche in ragione dell’approssimarsi della stagione invernale, con l’aumento delle precipitazioni ed il conseguente incremento della produzione di percolato, poteva concretizzarsi una nuova grave emergenza. Anche il comune rappresentò questo pericolo e richiese ulteriori risorse finanziarie per prelevare, trasportare e smaltire il percolato.
Nel novembre 2017 il Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti diffidò il comune ad esercitare l’azione sostitutiva in danno del gestore inadempiente, ma con una nota successiva, il comune riferì di non essere in grado di eseguire l’azione sostitutiva in danno, richiesta dall’amministrazione regionale.
A dicembre 2017 la Regione stanziò ulteriori 500 mila euro, per procedere allo smaltimento del percolato. Risalgono poi al 2018 e al 2019 le diffide del Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti in modo che il comune esercitasse l’azione sostitutiva in danno, senza ottenere alcun riscontro.
Nell’ottobre 2019, accertata la somma di circa 700 mila euro utilizzata per gli interventi di raccolta e smaltimento del percolato accumulato nelle vasche della discarica, si dispose il recupero a carico del comune, in quanto soggetto inadempiente.
Il comune impugnò il decreto al Tar, che ha respinto il ricorso e da qui l’appello al Cga che però ha confermato quanto deciso dal Tar, giudicando l’appello in parte inammissibile e in parte infondato.