giovedì, Settembre 19, 2024

Messina – Sabato 2 dicembre corteo nazionale No Ponte “Lo Stretto non si tocca”

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Nonostante il Governo Meloni attraverso il Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, abbia considerato la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina una priorità e quindi, la sua realizzazione una necessità ma anche, un’opportunità di crescita economica, sociale e turistica per l’intera nazione, i diversi comitati No Ponte, continuano ad affilare le loro armi per dimostrare la bontà del loro dissenso.

Incontro a Palazzo Zanca per gridare a gran voce che “LO STRETTO NON SI TOCCA”, e il Ponte non può rappresentare uno strumento di ricatto di un solo schieramento politico, nei confronti della Premier che, per onore del vero, non ha mai visto il ponte come un’azione talmente necessaria, da inserirla nel limitato elenco delle grandi opere pubbliche strategiche. Troppi soldi in ballo, troppe incertezze circa la totale copertura finanziaria, troppi pareri contrastanti tra professioni apprezzati che, si dividono tra i favorevoli ed i contrari alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina.

I fautori del NO ritengono che non si può pensare al Ponte senza considerare il fatto che in Calabria il 70% di km ferroviari è a binario unico, mentre in Sicilia si raggiunge la percentuale dell’85%. Ancora, un cittadino siciliano che intende spostarsi da un capo all’altro dell’isola, necessita di oltre 13 ore di viaggio cambiando almeno 4 treni regionali. Per non parlare delle condizioni in cui si trovano le autostrade siciliane, se ancora possono essere definite tali. Da oltre 15 anni sull’A20 Messina-Palermo, si percorre la maggior parte dell’arteria, su una sola corsia con continue deviazioni rischiando la vita in seguito alle condizioni disastrose del manto stradale. Per non parlare delle gravi ripercussioni psicologiche che gli automobilisti sono costretti a subire rimanendo imbottigliati per ore, nelle lunghe code provocate proprio dal restringimento delle careggiate. Danni che spesso hanno conseguenze traumatiche di non facile quantificazione e classificazione. Pensare che per realizzare il nuovo viadotto Giostra-Ritiro, sono stati impegnati circa 80 milioni di euro ed ancora, non si conosce la data di apertura di questo snodo.

Nel mese di agosto è stato costituito “Il comitato dei Comuni del Messinese” per far sentire forte la voce delle amministrazioni comunali coinvolte nei disagi causati proprio dagli ultra decennali lavori proprio sulla A20. I sindaci dei comuni interessati, hanno scritto al Ministro per le Infrastrutture, stanchi di essere considerati sudditi passivi.

Molti di loro sono favorevoli alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina ma, chiedono che occorre prima risolvere i gravi problemi di mobilità riguardanti i collegamenti stabili in Sicilia. Probabilmente collegare la Sicilia alla Calabria in maniera più ecologica rispettando l’ambiente ma anche la qualità di vita dei cittadini, è possibile farlo, si potrebbero incrementare il trasporto via nave utilizzando mezzi con motore elettrici o alimentati ad elio, creando aree di interscambio con i mezzi pubblici tra le due sponde, prevedendo un biglietto unico per i pendolari quindi, risparmio energetico ed economico. I favorevoli alla realizzazione di questa opera faraonica, affermano che, la sua realizzazione creerebbe moltissimi vantaggi sia per le aree direttamente coinvolte che, per l’intera filiera delle costruzioni, con la creazione di 100mila posti di lavoro.

Quello economico è un punto su cui insistono anche alcuni esperti del settore, asserendo che alcuni elementi negativi del PIL sarebbero da addebitare alla Sicilia e alla sua lentezza relativa anche agli scambi commerciali. Il collegamento stabile invece, potrebbe rappresentare un buon viatico per l’agricoltura, il turismo e la crescita sociale. Ancora, si risparmierebbero circa 140 mila tonnellate di co2 nell’aria e si ripulirà il canale di Sicilia, riducendo anche il numero di navi che attraversano lo Stretto, soprattutto, i traghetti che attraversano il tratto di mare trasportando auto e treni. Sempre per i favorevoli, i costi per la realizzazione del ponte, potrebbero essere recuperati attraverso il pedaggio per l’attraversamento, sia con i benefici al commercio e al turismo. Il tempo di attraversamento dello Stretto si ridurrebbe da 45 minuti a una ventina di minuti circa. Il dibattito è sempre acceso perché un altro elemento che viene discusso è quello legato al rischio sismico. Lo Stretto è notoriamente zona ad alto rischio sismico, ancora è vivo il ricordo catastrofico dell’evento tellurico che ha raso al suolo Messina il 28 dicembre 1908.

Per onore di cronaca, molti ingegneri sismici italiani hanno dichiarato che l’Italia è in grado di realizzare un ponte che possa resistere a eventi tellurici di una certa rilevanza. Infine, i fautori del SI guardano a ciò che hanno fatto altri Stati con la costruzione di opere che sono entrate a far parte dell’evoluzione ingegneria a dimostrazione della genialità con cui gli uomini utilizzano la tecnologia per andare oltre i confini ed i limiti. Nel 2022 la Turchia ha inaugurato il ponte sui Dardanelli, 2.023metri di luce, che unisce Asia ed Europa, che rappresenta un record a livello mondiale. Poiché il dibattito è più vivo che mai, sabato 2 dicembre con appuntamento alle ore 15,30 a Piazza Cairoli è stato organizzato un Corteo Nazionale NO Ponte.

L’iniziativa è stata presentata da Mariella Valbruzzi per il comitato No Ponte Torre Faro, Laura Giuffrida componente della direzione nazionale del PD, Aurora Notarianni del WWF e Guido Signorino Comitato del Ponte.

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