E’ stata fissata al 18 gennaio del prossimo anno al Tribunale di Patti l’udienza preliminare a carico di Enzo Sindoni; l’accusa contesta all’imprenditore orlandino di avere determinato la bancarotta di tre società mediante la distrazione di fondi e l’esposizione nei bilanci di crediti inesistenti. Ieri mattina la guardia di finanza di Capo d’Orlando ha dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari. La richiesta di applicazione della misura a carico di Enzo Sindoni, formulata dal pubblico ministero Andrea Apollonio nel settembre 2022, mentre erano in corso le indagini, era stata respinta nel maggio 2023 dall’ufficio Gip del trubunale di Patti, che ritenne insussistenti le esigenze cautelari. Il provvedimento del Gip, com’è noto, è stato appellato dalla Procura al Tribunale del Riesame di Messina che, nell’agosto scorso, lo ha accolto. E’ stato infine respinto il 15 dicembre scorso il ricorso in Cassazione che Sindoni aveva proposto. Sindoni è difeso dall’avvocato Carmelo Occhiuto e proprio il suo legale, nel momento in cui discusse il ricorso davanti ai giudici della Suprema Corte, collegato all’applicazione o meno della misura cautelare, ribadì che i fatti contestati risalissero agli anni passati, addirittura ad oltre 12 anni fa e che, proprio per questo non sussistessero gli estremi di inquinamento probatorio, pericolo di fuga e reiterazione del reato. Per il resto, nell’attesa che si celebri nei prossimi giorni l’interrogatorio di garanzia, l’avvocato Occhiuto ha evidenziato come per il reato di bancarotta fraudolenta bisogna risalire a 35 anni fa e ad un processo – quello per il fallimento Wagi – in cui l’imputato era detenuto. Infine l’avvocato brolese ha ribadito che Sindoni saprà dimostrare in aula l’estraneità ai fatti contestati.