Saranno le Sezioni Unite della Corte di Cassazione a decidere la competenza del giudice ordinario o amministrativo, nella controversia per la realizzazione dell’impianto di illuminazione votiva del cimitero comunale di Acquedolci.
Così hanno deciso i giudici della terza sezione del Tar di Catania, nel ricorso presentato dalla “Scaffidi srl”, rappresentata dall’avvocato Mario Mancuso contro il comune di Acquedolci, rappresentato dall’avvocato Gabriella Mignacca e poi contro ex amministratori, ex consiglieri ed ex funzionari comunali, alcuni dei quali sono rappresentati dagli avvocati Emidio Riolo e Paolo Di Piazza.
La società ha chiesto il pagamento del prezzo di stima dell’impianto di illuminazione votiva del cimitero comunale pari ad oltre 156 mila euro e in via subordinata, condannare il comune alla restituzione dell’impianto, nonché al risarcimento danni.
Stipulò il contratto nel 1986 e le fu affidato in concessione la costruzione dell’impianto di illuminazione votiva del cimitero comunale e la sua gestione; durata della concessione venti anni, con riserva a favore del comune del “diritto degli impianti” installati, alla scadenza del rapporto contrattuale, al prezzo di stima stabilito da un tecnico nominato dal comune d’accordo tra le parti.
Nel 2005, il comune comunicò la disdetta del contratto e si individuò il valore dell’impianto pari ad oltre 156 mila euro; nel 2007 il comune cominciò a gestirlo autonomamente. L’anno successivo il consiglio comunale deliberò di prevedere l’assunzione di un mutuo, nel caso in cui non fosse stato possibile reperire diversamente le risorse finanziarie, per chiudere la vicenda del pagamento.
Ma poiché nessuna somma fu corrisposta alla società, quest’ultima presentò ricorso per decreto ingiuntivo al Tribunale di Patti-sezione distaccata di Sant’Agata di Militello; il Tribunale però respinse il ricorso, per l’inesistenza dell’impegno di spesa. Dopo alcuni mesi la società propose un nuovo giudizio davanti al Tribunale di Patti contro ex amministratori, ex consiglieri ed ex funzionari del comune di Acquedolci, perché pagassero l’importo richiesto.
Con sentenza del 27 ottobre 2022, il Tribunale di Patti dichiarò il proprio difetto di giurisdizione in favore del giudice amministrativo. Da qui il nuovo ricorso al Tar con le stesse richieste formalizzate al Tribunale di Patti.
Il comune di Acquedolci si costituì in giudizio e chiese il rigetto del ricorso e lo stesso fecero ex amministratori, ex consiglieri ed ex funzionari comunali. La causa è andata in decisione il 28 febbraio scorso ed il Tar ha sollevato d’ufficio il conflitto di giurisdizione; ha sospeso il giudizio, disponendo la rimessione degli atti alle Sezioni Unite della Corte Cassazione, perchè decida chi – il giudice ordinario o amministrativo – dovrà regolare questa controversia.