Il 29 aprile scorso, su disposizione di questa Procura Distrettuale della Repubblica, la Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari non custodiali, emessa il 24 aprile dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di tre uomini di 29, 39 e 55 anni, per furto aggravato di autovetture e di estorsione.
I tre, secondo le indagini, coordinate da quest’Ufficio ed eseguite dalla locale Squadra Mobile – Sezione Reati contro il Patrimonio e la P.A. sarebbero coinvolti in una pluralità di furti aggravati e di estorsioni attuate mediante il metodo del cd. cavallo di ritorno.
Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti di un’attività di indagine scaturita dalle denunce di due distinti furti di autovetture commessi la notte del 6 marzo 2022, in luoghi ed orari differenti.
L’azione investigativa ha consentito di identificare i responsabili di quegli episodi ed, al contempo, di accertare lo sviluppo delle fasi successive ai furti e segnatamente del momento in cui si prospetta al derubato la successiva restituzione del veicolo solo dietro il versamento di una somma di danaro.
Inoltre, l’indagine ha permesso di comprendere il modus operandi attuato dagli autori delle condotte, soliti agire durante il fine settimana, in zone precise del Capoluogo, con il dispiego di una tecnica talmente rapida da garantire loro la sottrazione di più veicoli nella stessa serata.
La fase successiva prevedeva, per l’appunto, prima il contatto con il legittimo proprietario, individuato tramite la carta di circolazione lasciata all’interno del veicolo e successivamente la richiesta di denaro con contestuale minaccia della definitiva perdita del bene qualora si fosse rifiutato di ottemperare.
Significativo è il dato riguardante un pregresso arresto in flagranza di reato, avvenuto il 23 aprile 2022, nei confronti dei medesimi odierni indagati e proprio per furto aggravato di autovettura commesso nel contro storico cittadino.
In considerazione della gravità del descritto quadro indiziario, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha quindi disposto, nei confronti degli indagati, l’applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza.