Niente biglietti di ritorno verso casa o rinunce a imbucare la busta. In occasione delle elezioni europee, che si svolgeranno l’8 e il 9 giugno 2024, gli studenti e le studentesse fuori regione potranno votare nel comune di domicilio, senza necessità di tornare a casa. Questa la novità per la prossima tornata elettorale, che riguarda, però, solo le elezioni europee 2024.
Entro il 4 giugno 2024, il Comune di domicilio rilascerà a ogni discente un attestato di ammissione al voto, in cui saranno indicati numero e indirizzo del seggio elettorale.
Sul territorio nazionale, diverse sono le associazioni che si impegnano affinché il diritto di voto venga garantito a tutti. In particolare, abbiamo sentito la giovane di Capo d’Orlando Greta Fichera, voce attiva di “Voto dove Vivo”.
Il comitato “Voto dove Vivo” promuove l’approvazione della proposta di legge volta a permettere a chi è lontano dal proprio luogo di residenza, per motivi di studio, cura e/o lavoro, di votare nel Comune di domicilio per le elezioni nazionali, europee e per i referendum.
‹‹Alle attuali elezioni – dice Greta – potranno votare solo gli studenti, non i malati e neanche i lavoratori. Questo perché circa un anno fa, quando la proposta era stata calendarizzata alla Commissione Affari Istituzionali della Camera dei deputati, il Governo aveva preferito fare approvare una legge di delega che lo carica a legiferare in materia, escludendo così dalla disciplina le opposizioni. Tuttavia – spiega la studentessa – quest’anno il Governo non ha esercitato la delega e ha preferito fare presentare un emendamento al decreto elezioni che prevede la possibilità di votare solo per gli studenti e solo per queste elezioni europee››.
I social hanno giocato un ruolo cruciale nell’informare i diretti interessati sulla novità di queste europee, come ci hanno raccontato Valerio e Sofia, studenti fuori sede che voteranno rispettivamente a Roma e a Torino.
Nonostante le criticità del decreto, le europee 2024 rappresentano l’inizio di un cambiamento, che si spera possa condurre al raggiungimento di una legge stabile volta a includere tutti i fuori sede.
Articolo di Elisa Caruso