Con molta probabilità si potrebbero essere formate sostanze dannose per la salute pubblica e per l’ambiente dopo l’incendio sviluppatosi nella ex-discarica di Mazzarrà Sant’Andrea di contrada Zuppà. Lo sostiene la Legambiente del Longano APS in una nota inviata all’Asp di Messina, all’Arpa di Messina e ai comuni di Mazzarrà Sant’Andrea, Barcellona Pozzo di Gotto, Castroreale, Rodì Milici, Terme Vigliatore e Furnari.
Considerati diversi studi che mettono in evidenza le emissioni provenienti dall’incenerimento dei rifiuti da considerarsi dannosi per la salute umana e che le diossine prodotte dalla combustione nonché i “bifenili policlorurati” sono classificate tossiche e persistenti nell’ambiente, accumulandosi nella catena alimentare, è stato altresì dimostrato che l’esposizione nel breve-medio e lungo termine a queste sostanze causa una serie di effetti nocivi sul sistema nervoso, immunitario ed endocrino, compromette la funzione riproduttiva e altresì dimostrato il rischio tumorale. Da qui, prosegue la nota firmata da Carmelo Ceraolo, presidente della Legambiente del Longano, si chiede di attivare un sistema di monitoraggio che tenga conto sul breve, sul medio e lungo periodo, calibrato sulla ricerca dei diversi fattori inquinanti legato ai fumi, nel breve termine e alle diossine nel lungo periodo. Sarebbe altresì auspicabile conoscere i valori IPA, di polveri sottili PM10 ed ultrasottili PM2,5, nonché le possibili zone di ricaduta. La Legambiente del Longano ha inviato queste sollecitazioni per conoscere tutti i dati relativi alle diossine presenti negli alimenti e nell’acqua destinate ad uso umano ex-ante ed ex-post incendio e, inoltre la previsione di trasferibilità nel corpo umano dei livelli di diossina e dei composti classificati dall’IARC presenti nella frazione respirabile delle polveri e, infine, quale piano di controllo intende eseguire l’Asp e l’Arpa per monitorare l’evoluzione nel tempo.