Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina che viene prodotta dal pancreas. Il glucosio entra nelle cellule e utilizzato come fonte energetica; se questo meccanismo non funziona, il glucosio si accumula nel sangue.
Per monitorare questo tipo di funzionamento, la tecnologia offre un supporto considerevole contribuendo a migliorare la qualità della vita delle persone affetta dal diabete. Fino a qualche anno fa, si utilizzava la puntura del polpastrello per verificare il livello del glucosio spesso però, questa condizione creava sensazioni di disagio, paura degli aghi e del dolore complicando le condizioni di vita delle persone affette da questa patologia. Negli anni però, la tecnologia associata all’automonitoraggio ha fatto passi da gigante; per il monitoraggio vengono utilizzati sensori glicemici CGMe, attraverso i mezzi online, i pazienti riescono a trovare una tranquillità soprattutto a livello psicologico. Questo tipi di innovazione offre ai medici la possibilità di scegliere la tecnologia più adeguata per le esigenze dei loro pazienti con diabete riducendo il condizionamento della vita di tutti i giorni da parte della malattia. Naturalmente occorre seguire una dieta appropriata, fare attività fisica ed affidarsi ad equipe specializzate che verificano periodicamente l’andamento del glucosio in ogni momento della giornata.
L’Associazione Medici Diabetologi ha organizzato un convegno “Diabete, sport e tecnologia: un tuffo nell’innovazione”, che si è tenuto a Palazzo Zanca, con il patrocinio dalla Federazione delle Società Diabetologiche Italiane (FeSDI). Presenti Giovanna Spatari Rettrice dell’Università degli Studi di Messina, Alessandra Calafiore Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Messina e, un centinaio di diabetologi provenienti da tutt’Italia, che si sono scambiati reciproche esperienze e hanno dibattuto sugli approcci migliori per integrare l’esercizio fisico nella vita delle persone con diabete, in particolare quello di tipo 1 che insorge in età giovanile.
All’evento scientifico è seguito quello sportivo che ha visto assoluti protagonisti una trentina di “atleti”, persone con diabete, medici diabetologi e “amici” della diabetologia che si sono cimentati nell’attraversamento a nuoto dello Stretto di Messina.
Circa tremilatrecento metri che separano la Sicilia dalla Calabria, un tratto di mare dove lo Jonio e il Tirreno si incontrano formando i tipici mulinelli che hanno reso famoso il mito di Scilla e Cariddi e soprattutto di Colapesce nuotatore sopraffino che passava le sue giornate a nuotare come un pesce. Questi atleti “speciali”, hanno sfidato le correnti dello Stretto per vincere tutte le sfide che la vita ha posto loro alla stessa maniera di come, secondo la leggenda, Federico II di Svevia fece con Colapesce il quale, riuscì a vincere tutte le “gare”.
Proprio questo lo scopo di questa iniziativa che ha fatto sfatare certe idee stereotipate secondo le quali, persone con patologie e tra queste, quelle affette da diabete, possono ottenere risultati sportivi di altissimo livello.
La Rettrice ha parlato di come “l’evoluzione scientifica oggi consente di convivere anche con malattie croniche ampiamente diffuse come il diabete; sicuramente da un lato, ha proseguito la Spatari, “i progressi terapeutici, le grandi possibilità di monitoraggio, consentono a questi pazienti di fare una vita normale. L’occasione dello sport anche estremo, dimostra che questi pazienti possono, con gli accorgimenti necessari, condurre una vita normale”.
L’assessora Calafiore ha voluto sottolineare che “queste iniziativa servono a creare maggiore sensibilità attorno ad una patologia sempre più diffusa, anche tra i giovani, spesso causata da un’alimentazione scorretta; è importante che sin da piccoli si comprenda l’importanza di salvaguardare la propria salute attraverso uno stile di vita sano. Lo sport rappresenta un elemento imprescindibili per contribuire a superare una condizione che spesso crea molto disagio”.
La responsabile scientifica dell’evento Giuseppina Russo ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Messina e Direttore UOS Diabetologia AOU Policlinico Universitario G. Martino, ha dichiarato che “l’attività fisica fa parte della terapia del diabete, insieme a farmaci, tecnologia e a una corretta alimentazione, ma oggi grazie ai progressi nella gestione di questa condizione, il diabete non è più un ostacolo alla pratica sportiva agonistica, anche estrema”. La Russo ha affermato che “siamo passati dal dire ai nostri pazienti “hai il diabete, fai movimento” al dire loro “nonostante il diabete, non porti limiti, puoi fare grandi cose, raggiungere i massimi livelli anche in un ambito sfidante come lo sport”. È un messaggio importante per tutti quei bambini e ragazzi (sempre di più) che ricevono una diagnosi di diabete 1”.
Parimenti, Paolo Di Bartolo Direttore della Rete Clinica di Diabetologia dell’AUSL della Romagna e persona con diabete il quale, ha partecipato alla traversata dello Stretto, ha affermato che “per passare da una vita normale alla possibilità di compiere imprese eccezionali, occorre avere accanto a sé una squadra: il team diabetologico, composto da medici, infermieri, dietisti, i propri familiari, i propri allenatori. L’unione fa la forza, insomma. Le storie di Monica Priore e Alessio Fresco, atleti esperti testimoniano proprio come, anche con il diabete, si possano ottenere grandi risultati. Atleti professionisti, persone comuni con diabete, loro familiari, medici, rappresentanti dell’industria farmaceutica: saremo tutti parte di un’unica squadra per centrare insieme l’obiettivo della traversata. Giulio Gaetani, bronzo in Coppa del Mondo nella Spada, e Anna Arnaudo, campionessa nazionale nei 10.000 metri, ci hanno mandato i loro messaggi di incoraggiamento”.
Giuseppe Smedile, Endocrinologo, Dirigente Medico presso l’Azienda Ospedaliera Papardo di Messina ha voluto sottolineare che “i due momenti organizzati dall’AMD puntano a tenere alta l’attenzione sul diabete di tipo 2 che, insieme all’obesità, è ormai una vera e propria emergenza sanitaria in tutto il Paese, specialmente al Sud”. Smedile ha proseguito il suo intervento affermando che “in base ai dati dell’ultimo Italian Barometer Diabetes Report, il diabete risulta essere più diffuso tra le persone residenti nel Mezzogiorno e nelle Isole (rispettivamente 6,9% e 6,3% contro il 5,6% della media nazionale). Nella popolazione over65, tra le Regioni più colpite ci sono proprio Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. In Sicilia, in particolare, quasi il 60% dei residenti risulta completamente sedentario, contro il dato medio nazionale del 37%; sovrappeso e obesità infantile si attestano al 22% e al 14%, contro il 20% e il 9% della media italiana”.
A concludere i lavori Riccardo Candido, Presidente Nazionale AMD e Presidente FeSDI il quale si è soffermato soprattutto sul diabete tipo 1 per il quale, “lo sport rappresenta un’occasione di riscatto, una formidabile palestra in cui allenarsi, anche mentalmente, a raggiungere obiettivi ambiziosi, con preziose ricadute in ogni ambito della vita”. Per quanto riguarda diabete tipo 2 e obesità, ha detto Candido, “è in progressivo aumento sia in Italia come in tutta Europa e nel mondo; per questo motivo, lo sport è uno dei cardini dei corretti stili di vita, la cui promozione è cruciale se vogliamo davvero diffondere un’efficace cultura alla prevenzione”.