Ruota tutto attorno alle figure di Giovanni Bontempo, 46enne ristoratore di Naso, residente a Milano e Francesco Scirocco, 59 anni, imprenditore del comparto edile originario di Gioiosa Marea, nell’inchiesta dalla DDA di Milano, guidata da Marcello Viola, che ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi e al sequestro preventivo di beni e denaro per 5 milioni di euro. Bontempo e Scirocco sono accusati di intestazione fittizia di beni, aggravata dall’aver agevolato la criminalità organizzata. Per gli investigatori della Dia e del GICO della guardia di finanza milanese la Infrastrutture M&M, operante nel settore dell’edilizia pubblica, era una società che funzionava da doppio schermo: intestata formalmente alla moglie di Bontempo, per aggirare le misure di prevenzione patrimoniali a cui era sottoposto, era gestita di fatto da lui, sotto le direttive di Francesco Scirocco, gravato delle stesse limitazioni, con un ruolo decisorio nella gestione degli appalti aggiudicati all’impresa. Un portafoglio di commesse pubbliche aggiudicate negli ultimi anni che vale 250 milioni di euro, assegnate anche in ATI, tra le quali ci sono anche progetti finanziati con fondi del PNRR.
I due sono già noti agli inquirenti. Bontempo, era finito nel 2012 nell’inchiesta della DDA di Messina Gotha III, che faceva luce sui legami tra mafia e imprenditoria. Finì a processo con l’accusa di aver favorito nel 2007 la latitanza a Capo d’Orlando di Gaspare Pulizzi, intraneo a Cosa Nostra Palermitana, clan Lo Piccolo, poi divenuto collaboratore di giustizia. Condannato in primo grado, per Bontempo il reato fu dichiarato prescritto in appello. Scirocco fu arrestato nel 2011 nell’ambito dell’operazione Gotha, una tra le tante inchieste della Dda Messinese tese a disarticolare il sodalizio mafioso del clan dei Barcellonesi. Per lui l’accusa era di concorso esterno in associazione mafiosa. L’uomo fu poi condannato per questa accusa. Ma nel 2020 era finito anche in un’altra inchiesta della Dda Nissena con contestazioni, a vario titolo e a carico di diverse persone, per bancarotta fraudolenta e concorso nel reimpiego di beni di provenienza illecita.
Per la Procura meneghina la M&M sarebbe uno schermo dove Bontempo, gestirebbe di fatto gli appalti al posto della moglie e consentirebbe a Scirocco, considerato figura di raccordo con il clan dei barcellonesi, la direzione occulta degli appalti pubblici, dirottando la gestione concreta dei cantieri a realtà e centri di controllo occulti e di difficile ricostruzione.