venerdì, Settembre 20, 2024

Messina: Missione Nato in Ungheria, la Brigata Aosta cede il testimone alla Julia

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I Fanti della Brigata Aosta dopo sei mesi di mission i in Ungheria nell’ambito dell’operazione Nato Forward Land Forces, che li ha vista impegnati in oltre 150 attività addestrative, sono rientrati a Messina. A prendere il testimone i loro colleghi della Brigata Alpina “Julia”.  blank

Alla presenza dell’ambasciatore d’Italia in Ungheria Manuel Jacoangeli e del vice comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), generale Nicola Lanza de Cristoforis, si è tenuta la cerimonia del trasferimento di autorità (Transfer of Authority – TOA) tra i due contingenti dell’Esercito Italiano.

Presenti inoltre, numerose autorità civili e militari, tra cui i Comandanti dei Contingenti alleati della NATO schierati in Ungheria.blank

Il tenente colonnello Renato Bonfiglio, al termine del suo mandato semestrale, ha ceduto la guida del Contingente nazionale al parigrado Cristiano Refi.

Toccanti e particolarmente significative le parole che Bonfiglio ha pronunciato, nel presentare il lavoro svolto; “ha ringraziato la propria famiglia e tutti i militari del contingente, sottolineando quanto sia importante per un soldato avere sempre il sostegno dei propri cari”.blank

Il generale Lanza de Cristoforis ha trasferito ai militari italiani, il saluto del Comandante Operativo di Vertice Interforze, Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo e, si è anche congratulato con i militari dell’Aosta per l’ottimo lavoro svolto.

L’ambasciatore Jacoangeli ha evidenziato come “i militari della Brigata Aosta hanno confermato le loro valorose tradizioni e la straordinaria capacità delle Forze Armate italiane di adempiere sempre con successo al mandato ricevuto”.

Dal 7 febbraio scorso e nei sei mesi di missione, sono state oltre 150 le attività addestrative ed esercitative condotte dai fanti siciliani insieme ai colleghi ungheresi, statunitensi e croati presenti a Camp Croft.blank

Tra le attività più importanti, la “Brave Warrior 24.1”, che ha visto sul terreno più di 1.000 tra uomini e donne e circa 300 veicoli da combattimento e ha permesso al NATO Multinational Battle Group di raggiungere la piena capacità operativa (Full Operational Capability – FOC).

La sfida più impegnativa è stata quella affrontata dal personale della branca logistica inquadrato nell’Italian National Support Element, che ha consentito alle unità operative di raggiungere tutti gli obiettivi della missione.

 

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