venerdì, Novembre 22, 2024

Souvenir su mafia; dopo lo stop ad Agrigento, Aricò chiede di fermare la vendita anche negli shops degli aeroporti

gadget mafia 2

“Si fermi la vendita di gadget e souvenir a tema mafia negli shops e spazi commerciali degli aeroporti siciliani.” È la richiesta avanzata dall’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò, con una lettera inviata ai vertici delle società di gestione degli scali di Palermo (Gesap), Catania e Comiso (Sac), Trapani (Airgest), Lampedusa (Ast) e Pantelleria (Enac).

“Mantenere una immagine dignitosa e scevra dai soliti stereotipi negativi – scrive Aricò – è senza dubbio una linea ferma da tenere nei luoghi di primo approdo di turisti e visitatori che raggiungono la Sicilia, come appunto gli aeroporti dell’Isola”.

A settembre dello scorso anno il musicista e regista ennese Mario Incudine aveva diffuso via social un video di denuncia sulla vendita di gadget a tema mafioso nei negozi di souvenir sui traghetti che attraversano lo Stretto di Messina, sulla tratta Messina-Villa San Giovanni, chiedendone la rimozione e facendo così scoppiare “il caso”. L’assessore Aricò era intervenuto, rivolgendo lo stesso invito agli armatori perché fossero rimossi i gadget e i souvenir a tema mafioso dagli spazi commerciali dei traghetti e delle navi che curano i collegamenti con le isole siciliane. Invito che fu subito accolto. Nei giorni scorsi invece, a dire basta è stato il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, con una ordinanza dello scorso 20 agosto che vieta la vendita, su tutto il territorio comunale, di qualsiasi tipo di oggetto, souvenir, gadget che inneggi o semplicemente richiami “in termini positivi”, in qualunque modo e forme alla mafia ed alla criminalità organizzata. Un provvedimento che sarebbe scaturito dalla segnalazione da parte di un concittadino della presenza, nelle vetrine dei negozi della centralissima via Atenea, di magneti che raffigurano ‘u mafiusu’ o ‘a mafiusa’ con tanto di coppola e lupara, in alcuni casi a bordo di un’auto con i colori della bandiera italiana.

“Sono certo che lo stesso avverrà anche negli aeroporti.” aggiunge Aricò. “Questi oggetti incatenano la nostra Isola a stereotipi mortificanti, richiamano un fenomeno criminale dal quale la Sicilia si sta sforzando di liberarsi grazie al sacrificio di eroi civili e all’impegno quotidiano della stragrande maggioranza dei cittadini. Dobbiamo invece fare il massimo sforzo per  diffondere la vera immagine di una terra ospitale e laboriosa”.

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