sabato, Settembre 28, 2024
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Ospedali Sant’Agata Militello e Mistretta: no fermo della Uil alla convezione col Giglio

Ospedale Sant'Agata Militello pronto soccorso (1)

“Si sta realizzando il nefasto disegno del Presidente della regione Schifani che punta alla privatizzazione della sanità pubblica siciliana. Questa scellerata scelta, fortemente disegnata e voluta da “menti raffinatissime”, taglierà ingenti risorse al servizio sanitario regionale per dirottarle verso la sanità privata. Tutto ciò sta avvenendo con l’unanime ed assordante silenzio di tutta la politica regionale che tace senza pudore.” Parole di fuoco quelle di Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, Livio Andronico, segretario generale Uil Fpl Messina, e Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Pensionati, affidate ad una nota stampa, dopo il via libera alla convenzione con la Fondazione “Giglio” di Cefalù da parte dell’ASP di Messina per l’affidamento di alcune attività specialistiche nei nosocomi  di Mistretta e S. Agata Militello.

Il sindacato punta il dito sul presunto guadagno della fondazione, dato che “inizialmente, con la prima convenzione, la Fondazione Giglio percepiva il 95% delle tariffe per ogni singola prestazione sanitaria e, successivamente, dopo le aspre battaglie portate avanti dalla Uil, tale appannaggio si è ridotto prima al 90% e successivamente al 70% o al massimo al 75%, qualora le prestazioni dovessero utilizzare le protesi.” come si legge nella nota. Il sindacato, annuncia che intende inviare alla Corte dei conti un dettagliato esposto-denuncia e che proseguirà  nella ferma azione di lotta sindacale. “Da un lato – scrive la UIL –  si arricchiscono i privati, mentre dall’altro lato si costringono i cittadini utenti a lunghe liste di attesa per l’assistenza specialistica e diagnostica, si chiudono i reparti fondamentali per la salute dei cittadini che, tra l’altro, sono previsti dalla rete ospedaliera. O ancora, non si aprono, per esempio, i pronto soccorso negli ospedali, nonostante i numerosi impegni formali pubblicamente assunti, oppure, a causa di una dissennata politica sanitaria regionale, gli ospedali della nostra provincia sono sguarniti di moltissimi medici e personale sanitario. Il quadro è decisamente fosco e fortemente preoccupante poiché l’odierno sfascio della sanità è soltanto l’antipasto di quanto accadrà nel momento in cui si dovesse tragicamente concretizzare la legge Calderoli o, per meglio dire, l’autonomia differenziata: E’ indispensabile proseguire in una forte battaglia di difesa della sanità pubblica al servizio della collettività” concludono Tripodi,  Andronico e Calapai.

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