martedì, Ottobre 22, 2024

Torrenova: una consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Cga stabilirà se quei terreni sono pregiati oppure no

Immagine

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa, con propria ordinanza, ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio, che sarà eseguita da un docente di archeologia dell’università di Catania, per verificare se alcuni terreni localizzati nel comune di Torrenova siano di pregio o no. Il 20 novembre prossimo alla sede del Cga sarà conferito l’incarico e poi il consulente avrà novanta giorni di tempo per effettuare i suoi rilievi, utili ai fini della decisione.

Il ricorso è stato formalizzato da una società, rappresentata dagli avvocati Paolo Starvaggi, Giuseppe Lo Pinto, Fabio Cintioli, Valentina Novara, Girolamo Rubino e Vincenzo Airò, contro la Regione e nei confronti della Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina e del comune di Torrenova.

E’ stata chiesta la riforma della sentenza del Tar di Palermo del 21 aprile 2022. Per la società titolare dell’appello al Cga i reparti di cui si discute, lungi dall’essere ruderi bizantini, sarebbero invece meri residui di ovili; da qui le operazioni peritali che dovranno stabilire se i reperti hanno valore storico o no.

Questa vicenda trae origine nel ricorso al Tar di Palermo in cui si chiedeva l’annullamento della nota del 4 settembre 2018 della Soprintendenza. La società voleva ampliare la propria attività imprenditoriale e aveva chiesto il rilascio di una specifica autorizzazione.

Per la Regione il sito di cui si discute è importante dal punto di vista archeologico; per la società invece no e ha richiesto l’annullamento della nota e, in via istruttoria, una verificazione o consulenza tecnica d’ufficio.

Respinta la richiesta di sospensiva, si è entrati nel merito ed il Tar ha giudicato il ricorso infondato, perché ha ritenuto legittima la competenza della Soprintendenza, è stato garantito il contraddittorio ed è stato infine condiviso il parere negativo della Soprintendenza su un’area in cui furono ritrovati antichi reperti confermati negli scavi condotti nel 1981, nel 1984, nel 2001, nel 2005 e nel 2016.

Non solo ma sono stati evidenziati nel contempo i possibili danni che avrebbe potuto produrre l’ulteriore ampliamento dei terreni al sito archeologico.

Per tutti questi motivi il Tar rigettò il ricorso; ma ora la partita si è riaperta al Cga e grazie alla consulenza tecnica d’ufficio si potrà comprendere se il sito oggetto del ricorso è pregiato dal punto di vista archeologico oppure no.

(foto dal sito del Cga)

Facebook
Twitter
WhatsApp