7 anni e 7 mesi di carcere, oltre a diverse interdizioni e misura di sicurezza per un anno. Pesantissima sentenza di condanna emessa ieri in serata dal tribunale di Patti, presidente Ugo Scavuzzo, a latere Eleonora Vona e Giovanna Ceccon, a carico di uno ostetrico, oggi 67enne, in servizio presso l’ospedale di Sant’Agata Militello all’epoca dei fatti e imputato per violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di 14 puerpere.
L’uomo, a luglio 2018, al culmine di una lunga e delicata indagine, condotta dai militari dell’Arma della stazione di Acquedolci, allora guidati dal luogotenente Salvatore Porracciolo, fu colpito dalla misura cautelare della sospensione dal servizio per un anno, disposta dal GIP del Tribunale di Patti.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura pattese, guidata da Angelo Vittorio Cavallo, attraverso le indagini dei Carabinieri con il supporto della “Task Force” specializzata, costituita a livello provinciale per il contrasto alle “violenze di genere”, sarebbero numerosi gli episodi di violenza ed atti sessuali che l’uomo per mesi, avrebbe posto in essere nei confronti di giovani donne, di cui una minorenne, approfittando della particolare vulnerabilità delle vittime nelle fasi antecedenti al parto: palpeggiamenti, a mani nude, delle zone erogene delle vittime, dissimulati quali necessarie procedure mediche da attuare per monitorare o facilitare le fasi pre-parto.
Le vittime, tutte molto giovani, secondo le ipotesi accusatorie, trovandosi quasi sempre al primo parto e non conoscendo le procedure, benché imbarazzate dalla stranezza del comportamento, avrebbero subito, preferendo non reagire. In tutti gli episodi riscontrati, l’ostetrico avrebbe anche preteso l’assenza di familiari durante la visita. Un lungo processo, in cui sono stati sentiti diversi testimoni, oltre alle parti offese.
Il 67enne è stato condannato a 7 anni e 7 mesi di carcere e al pagamento delle spese processuali. Disposte inoltre: l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio di curatela, tutela e amministrazione di sostegno; la sospensione dall’esercizio della professione per tre anni, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella legale per la durata della pena. I giudici inoltre hanno disposto, dopo l’esecuzione della pena, la misura della sicurezza per un anno del divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori, di svolgere lavori che prevedano contatto abituale con minori, obbligo di tenere informati gli organi di polizia sulla propria residenza ed eventuali spostamenti.
Disposto il risarcimento del danno – in solido con l’Asp di Messina quale responsabile civile, assistita dall’avvocato Alberto Calzavara – per le parti civili costituite, il cui ammontare dovrà essere stabilito in separata sede ed al pagamento delle spese legali delle parti civili, pari a 2.033 euro ciascuna per chi è stato assistito da avvocato di fiducia e 1.355,33 euro per chi è stato ammesso al gratuito patrocinio e quindi da liquidare all’Erario, oltre IVA al 15% e cassa.
Ad assistere le parti civili gli avvocati Santo Vincenzo Trovato, Rosario Di Blasi, Giuseppe Allo’, Antonino Sottile, Decimo Lo Presti, Sebastiano Giovanni Calcò, Stefania Scaffidi Muta, Giuseppe Mancuso e Giovanni Mannuccia.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.” Una sentenza che riteniamo ingiusta – il severo commento dell’avvocato Massimiliano Fabio difensore di fiducia del professionista insieme all’avvocato Giuseppe D’Anna-. Attendiamo le motivazioni della sentenza, poi valuteremo il ricorso in appello”.