Una ricorrenza molto sentita, vissuta con partecipazione e profonda devozione quella della “Maria Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma dei Carabinieri.
Una Basilica Cattedrale gremita di autorità civili, militari, religiose, dei rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, oltre alle vedove e agli orfani dei carabinieri messinesi caduti nell’adempimento del loro dovere.
La celebrazione eucaristica è stata officiata da don Rosario Scibilia, Cappellano militare della Legione Carabinieri Sicilia. Durante l’omelia, Don Rosario Scibilia “ha più volte sottolineato, citando il salmo 154 “Dio fedele per sempre”, la fedeltà dell’arma”. Servitori, ha proseguito don Scibilia, “della sicurezza e della libertà del popolo e dell’intera nazione”.
Celebrare la fedeltà a Dio e al nostro servizio, ha detto don Rosario, “rende la società più umana, più concreta, aperta e accogliente”. In questa società liquida, ha aggiunto don Scibilia, “senza legami stabili, tutti siamo chiamati ad essere fedeli”. A tal proposito don Rosario, “ha ricordato il vice brigadiere Salvo d’Acquisto medaglia d’oro per il valor militare, l’uomo del “si” per gli altri, che ha sacrificato la sua vita per salvare dei civili durante un rastrellamento dei nazisti”.
Al termine della celebrazione è stata data lettura della “Preghiera del Carabiniere” e, a seguire, ha preso la parola il generale Giovanni Truglio Comandante Interregionale “Culquaber” che “ha ricordato tutti i carabinieri vittime fedeli, caduti durante la loro funzione di servitori della Patria”.
Truglio ha fatto riferimento alle parole espresse da don Scibilia durante l’omelia, “rimarcando la fedeltà che ogni carabiniere riversa durante il suo servizio nei confronti dei cittadini, testimonianza della fedeltà fatta all’Arma durante il giuramento”.
Il generale Truglio “ha anche rievocato l’83° Anniversario della battaglia di Culqualber in Etiopia durante la seconda guerra mondiale; per tre mesi, un battaglione di 200 carabinieri è stato fedele al compito loro affidato e, dopo tante sofferenze, hanno sacrificato la loro vita in funzione del servizio”.
Truglio concludendo, “ha anche ricordato la “Giornata dell’Orfano” un gesto di solidarietà per le famiglie dei carabinieri caduti durante il servizio, finalizzata a sostenere gli studi degli orfani dei militari caduti in guerra”.