Si trattava di cannabis light, derivata dalla canapa sativa prodotta dall’azienda agricola di famiglia che veniva coltivata legalmente, non di sostanza stupefacente. Sulla base di questo principio il giudice monocratico del tribunale di Patti Eleonora Vona ha assolto, perché il fatto non sussiste, un trentacinquenne di Gioiosa Marea.
Il 26 novembre 2021 era stato tratto in arresto dai carabinieri di Gioiosa Marea che, a seguito di più perquisizioni presso la sua abitazione, avevano sequestrato oltre un chilogrammo di marijuana, suddivisa in più involucri e anche materiale per il confezionamento; da qui, affidando la propria difesa all’avvocato Vincenzo Amato, era stato rinviato a giudizio con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Sia il legale quanto l’imputato hanno contestato a più riprese le accuse sostenendo che il prodotto sequestrato non fosse sostanza stupefacente, ma cannabis light, derivata dalla canapa sativa prodotta dall’azienda agricola di famiglia che veniva coltivata legalmente in conformità a quanto previsto dalla legge 2 dicembre 2016 numero 246, che ha introdotto in Italia la libera coltivazione di tale varietà di canapa e che l’azienda poi commercializzava legalmente on line.
Questo è emerso anche nel corso del dibattimento: la sostanza sequestrata era cannabis light e non aveva efficacia drogante; il giudice, accogliendo la tesi dell’avvocato Amato, ha assolto l’imputato perché il fatto non sussiste.