Grazie alla donazione di due reni, cuore, fegato e cornee e alla straordinaria generosità dei familiari, una donna di 61 anni di Patti, deceduta due giorni fa all’ospedale “Barone Romeo” per una emorragia cerebrale, rivivrà in altre persone che hanno atteso e attendono da tempo un trapianto e dunque una nuova vita.
Una vicenda che è iniziata due giorni fa con l’improvvisa morte della donna e l’avvio della commissione di accertamento di morte cerebrale, della quale hanno fatto parte, per la direzione sanitaria dell’ospedale di Patti, il dottor Gaetano Crisà, direttore dell’unità operativa complessa della medicina trasfusionale dell’ospedale di Patti, il dottor Filippo Lo Presti, direttore dell’unità operativa complessa di neurologia dell’ospedale di Milazzo e il dottor Maurizio Spitaleri, del reparto di neurofisiopatologia dell’ospedale Piemonte di Messina.
Da quel momento, mentre la dottoressa Annalisa Arrigo, referente per i trapianti dell’ospedale di Patti, interloquiva con il centro regionale trapianti per l’avvio della procedura di espianto e con il coordinatore locale per i trapianti dell’Asp di Messina dottor Giuseppe Bova, dall’Ismett di Palermo e dal Policlinico di Bari sono partiti i mezzi aerei per prelevare gli organi: un rene ed il fegato sono stati destinati all’Ismett, il cuore al Policlinico di Bari, l’altro rene a Catania e infine le cornee sono state prelevate dal dottore Felice Genovese responsabile dell’oculistica dell’ospedale di Patti e conservate nella banca degli occhi.
Tutta l’operazione di mantenimento degli organi e dell’espianto è stata piuttosto complessa e l’ospedale di Patti, dall’attivazione della commissione di accertamento di morte cerebrale fino alla consegna degli organi, con uno straordinario gioco di squadra, si è segnalato per grande professionalità, organizzazione e competenza.
Di eccezionale rilevanza la procedura di alta complessità clinica, con il percorso “osservazione-mantenimento-prelievo”, curata, nello specifico, dal personale dell’unità operativa complessa di anestesia e rianimazione del “Barone Romeo” e dalla dottoressa Sara Caliò, direttore dell’unità, che si è rivelato determinante ai fini del risultato.
Tutto il delicato processo è stato seguito dal direttore sanitario dell’ospedale di Patti Giovanni Merlo; orgoglioso di quanto avvenuto il direttore generale dell’Asp di Messina Giuseppe Cuccì.
Ha sottolineato da un lato il gesto di estrema generosità, pur in un momento così tragico e la grande sensibilità dei familiari della paziente donatrice e dall’altro il lavoro di medici e specialisti, che hanno reso possibile che venisse riaccesa la speranza per altre vite. Infine un ulteriore richiamo per sensibilizzare sempre più alla cultura della donazione, diffondendo le corrette informazioni utili a favorire una scelta consapevole.