Sono 11 condanne quelle decise dal gup di Messina Tiziana Leanza alla fine del processo con rito abbreviato riguardante l’operazione “Principale”, che nell’aprile scorso ha portato a 12 arresti per traffico di droga tra Messina e Torregrotta.
L’inchiesta è stata coordinata dalla DDA di Messina, con il supporto dei Carabinieri dell’hinterland. Furono accesi i fari sullo spaccio di cocaina, crack, hashish e marijuana, con la droga che da Torregrotta veniva venduta nelle vicine Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto.
Le condanne più pesanti sono per Salvatore D’Amore e Antonino Papale, a 16 anni di carcere, mentre il fratello di quest’ultimo, Maurizio è stato condannato a 14 anni e 4 mesi.
E’ proprio da quest’ultimo che l’operazione ha preso il nome. Il messinese Maurizio Papale, inteso “U principale”, appunto, che secondo l’accusa, anche dopo l’arresto nel 2022 continuò a dirigere l’attività di spaccio dagli arresti domiciliari, avvalendosi dell’abitazione della madre, che ha scelto invece il rito ordinario.
Papale, insieme al fratello e a Salvatore D’Amore, smerciava hashish, crack e cocaina tra la città dello Stretto e le principali località della zona tirrenica. Nella maggior parte dei casi, le dosi sarebbero state consegnate all’interno del suo domicilio, in altre lanciate dalle finestre.
Per eludere i controlli, alcuni spacciatori nascondevano la droga sotto l’imbottitura dei caschi. Al termine dell’attività investigativa furono sequestrati oltre 600 grammi tra cocaina, crack, hashish e marijuana.