Blitz della Polizia di Stato questa notte e fino alle prime luci dell’alba. Un’operazione importante contro la criminalità organizzata di Barcellona Pozzo di Gotto. Oltre 150 agenti impegnati in un’operazione antimafia contro alcuni esponenti delle cosche barcellonesi.
Il blitz ha portato all’arresto di 15 soggetti, 14 finiti in carcere e uno ai domiciliari, dopo l’ordinanza emesse dal Giudice per le indagini preliminari di Messina, su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Al centro di tutto una famiglia barcellonese, attiva nel settore dello smaltimento dei rifiuti. L’impresa in passato era stata oggetto di sequestri e confische, per legami con la mafia, con sentenze divenute definitive in Cassazione già nel 2018.
Nonostante questo la famiglia continuava a gestire le aziende confiscate, grazie alla complicità dell’amministratore giudiziario nominato dal tribunale: il curatore fallimentare, un commercialista dell’area compresa tra Barcellona e Terme Vigliatore che, secondo la polizia, sarebbe stato completamente asservito alla famiglia mafiosa, insieme ad alcuni dipendenti, alcuni dei quali impiegati da oltre 20 anni.
Per questo il questore Annino Gargano, nella conferenza stampa odierna, ha parlato di livello alto della mafia barcellonese, che riesce a irretire professionisti nominati dallo Stato e ad aggirare totalmente i provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Le prove raccolte hanno rivelato come l’impresa sarebbe stata utilizzata dalla famiglia come vero e proprio bancomat, con l’appropriazione del denaro non contabilizzato dalle casse. La percezione, che poi si è rivelata reale, agli occhi della comunità, era di una organizzazione mafiosa in grado di gestire un’azienda, nonostante ben due provvedimenti di confisca e relativa amministrazione giudiziaria.
Gli indagati, dall’alto della loro forza, hanno tratto benefici dalla situazione, con condotte estorsive nei confronti del personale ritenuto non affidabile e soprattutto nei confronti di altri imprenditori operanti in settori commerciali affini.
I reati contestati sono quelli di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, peculato, trasferimento fraudolento di valori, violazione della pubblica custodia di cose e sottrazione di cose sottoposte a sequestro.