Fu di 2 morti e diversi feriti il bilancio della sparatoria avvenuto l’8 agosto 2020 a Librino, in quello che aveva tutte le sembianze di un regolamento di conti tra gruppi rivali. Su delega della Procura Distrettuale di Catania i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip nei confronti di Alfio Castagna, 37 anni, e Renè Salvatore Distefano, 34 anni. I due – ritenuti contigui al clan “Cappello – sono accusati di tentato omicidio e detenzione e porto illegale d’arma da fuoco, con l’aggravante del metodo mafioso e dì aver commesso il fatto con la finalità di agevolare l’attività l’attività della clan. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti in relazione a quei fatti.
Si tratta dell’ultimo tassello, in ordine di tempo, di una articolata vicenda giudiziaria nel cui ambito si sono susseguite, a far data dall’agosto 2020, quattro ordinanze dì custodia cautelare in carcere (operazione Centuari) ed una recente sentenza emessa dalla Corte di appello di Catania , che ha preso avvio dalle indagini scattate qull’8 agosto 2020, quando due gruppi appartenenti ai clan “Cursoti Milanesi” e “Cappello” si affrontarono, armi in pungo in mezzo alla strada in viale Grimaldi causando due morti e 6 feriti.
Da successivi approfondimenti investigativi e da dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia sarebbe emerso il coinvolgimento di Castagna e Distefano -che dovrà trovare riscontro nelle successive fasi del procedimento – che durante la sparatoria avrebbero esploso colpi pistola contro Martino Carmelo Sanfilippo e Rosario Viglianesi, affiliati al clan rivale dei “Cursoti Milanesi”, senza tuttavia causarne la morte.
I collaboratori di giustizia, ciascuno con riferimento al gruppo criminale a cui era appartenente – o si era unito nell’occasione – avrebbero raccontato l’antefatto della vicenda, cioè il contrasto insorto tra Carmelo Distefano (“Cursori Milanesi”) e Gaetano Nobile (“Cappello”), nonché quello tra Salvuccio Junior Lombardo (“Cappello”) e Giorgio Campisi (“Cursori Milanesi”), le fasi organizzative della spedizione e la dinamica effettiva del conflitto a fuoco.
Fondamentali si sarebbero rivelati gli accertamenti balistici e medico-legali che avrebbero riscontrato la veridicità delle dichiarazioni rese dai collaboratori sulla tipologia delle armi utilizzate e i ruoli dei numerosi indagati.