L’ospedale di S. Agata Militello al centro di un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Orazio Schillaci, che dovrà rispondere in Commissione. A presentarla la deputata Stefania Marino, che ha visitato la struttura lo scorso 10 gennaio e chiede se il Governo sia a conoscenza della criticità del nosocomio e quali provvedimenti urgenti intenda assumere per risolverle, garantendo così il diritto alla sanità pubblica previsto dalla Costituzione.
La Marino punta il dito sulla Legge di Bilancio 2025 e le risorse del Fondo sanitario nazionale. Per affrontare le reali necessità del Sistema sanitario mancherebbero all’appello 19 miliardi di euro a fronte dei soli 1,3 miliardi di euro previsti per il comparto nel 2025. Inoltre non ci sarebbe traccia del maxi piano di assunzioni di medici e infermieri, annunciato da tempo dal governo, che avrebbe dovuto portare nel Sistema sanitario nazionale 30 mila professionisti in tre anni. La deputata evidenzia l’aumento di oltre il 10% della spesa sanitaria privata e la fuga dagli ospedali del personale.
In Sicilia, in particolare, secondo le stime dei sindacati, mancherebbero all’appello 18 mila tra medici, infermieri, Oss e amministrativi e tra i nosocomi siciliani con maggiori problematiche c’è S Agata” dice la deputata, snocciolando i punti dolenti: “Mancano anestesisti, cardiologi, chirurgi, neurologi oltre ai primari; prestazioni fondamentali per la prevenzione e la diagnosi come la risonanza magnetica non sono erogate mentre vengono colpevolmente attivate convenzioni con strutture private. Nella struttura è poi ormai da anni stato cancellato anche il punto nascita, che rappresenta un presidio fondamentale per la comunità; – Scrive la deputata ricordando che la struttura serve un territorio con oltre 100 mila utenti e la notevole distanza da altri ospedali – “mancano le apparecchiature necessarie a salvare la vita delle persone. Nel reparto di Medicina non è ancora stata attivata la stroke-unit col risultato che il primo servizio utile e più vicino si trova a Messina” continua l’onorevole Marino. “In questo contesto appare poi paradossale che, invece di utilizzare le risorse pubbliche per risolvere queste carenze, vengono attivate nuove convenzioni con strutture private come recentemente per il reparto ortopedia” dice la deputata. Non resta che attendere la risposta del governo.