sabato, Gennaio 18, 2025

Benedicono un centro religioso nel cuneese, ma uno è scomunicato, l’altro sospeso. Nota dei vescovi piemontesi sui religiosi siciliani Minutella e Follador

Sacerdoti - Immagine di repertorio
Sacerdoti - Immagine di repertorio

Avrebbero inaugurato e benedetto un centro religioso nel cuneese, ma il palermitano Alessandro Maria Minutella e il reverendo Pietro Follador, sono stati scomunicato nel 2018  e dimesso dallo stato còericale ne 2022 il primo per «eresia e scisma», e sospeso nel marzo 2023 dal vescovo Patti Mons. Guglielmo Giombanco il secondo, “a motivo dei suoi continui atteggiamenti pubblici di non comunione con la Chiesa Cattolica, con il Santo Padre Francesco e con il Vescovo diocesano, senza manifestare alcun segno di ravvedimento.”

L’episodio ha destato la dura reazione dei vescovi piemontesi che hanno preso netta posizione sull’attività di Alessandro Maria Minutella e fra Celestino della Croce, al secolo reverendo Pietro Follador che, pur senza titolo, starebbero svolgendo servizi religiosi. La vicenda è diventata “caso” e punto all’ordine del giorno dell’assemblea della Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta, che si è conclusa lo scorso 14 gennaio, con la diffusione di una nota.

“Preso atto che il signor Alessandro Maria Minutella e fra Celestino della Croce (don Pietro Follador) nelle scorse settimane hanno inaugurato e “benedetto” un centro denominato «Casa Betania» in Savigliano, e che hanno svolto e svolgono celebrazioni e attività di predicazione anche in altri luoghi nelle nostre diocesi, ci preme ricordare che il predetto signor Minutella è stato scomunicato nel 2018 e dimesso dallo stato clericale nel gennaio 2022, e che dal marzo 2023 fra Celestino (don Follador) è stato sospeso dal suo Vescovo.” si legge nel comunicato.

Pur ritenendosi il “piccolo resto cattolico”, né il signor Minutella, né i sacerdoti o i consacrati e le consacrate che con lui agiscono, sono in comunione con la Chiesa cattolica, con il Papa e i Vescovi: di conseguenza, non sono autorizzati a presiedere o animare celebrazioni dei sacramenti o altre funzioni liturgiche, così come non è loro permesso di tenere predicazioni o incontri di catechesi. Inoltre, quelli tra loro che sono sacerdoti non possono assolvere validamente dai peccati nel caso in cui fossero stati privati della debita facoltà, eccetto il caso di pericolo di morte.

Ci auguriamo che, non solo i sacerdoti, i diaconi, i consacrati e le consacrate, ma anche tutti i fedeli e le fedeli delle nostre Diocesi possano essere consapevoli del pericolo che corrono seguendo insegnamenti che non hanno fondamento, e soprattutto aderendo e partecipando a queste e simili manifestazioni e celebrazioni che feriscono la comunione ecclesiale.”

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