mercoledì, Marzo 12, 2025

L’evaso a Barcellona PG, le chat e le fake news. Quando le informazioni errate destano la psicosi collettiva

Il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto
Il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto

Una vera e propria paranoia di massa: quel fenomeno di delirio persecutorio collettivo che esplode quando un evento di una certa portata colpisce la psiche del gruppo, facendo emergere le nostre paure più profonde e portando la società a reagire in modo esagerato e senza criterio ad una situazione di emergenza.

Accade ogni volta che una vicenda fa emergere una qualche vulnerabilità del gruppo sociale e agita così la paura dell’incoscio collettivo, come avrebbe potuto chiamarla Carl Gustav Jung, come è successo per esempio con la pandemia da covid, quando qualcuno additava la Cina e i cinesi di aver diffuso e di essere portatori del virus. Risultato?All’epoca della pandemia, si verificarono episodi di razzismo fuori controllo. Una forma irrazionale di mettere in atto l’istinto naturale di difendere se stessi e i propri cari, che può portare, però, se male alimentato, alla deriva.

Ed è quanto accade in queste ore in provincia di Messina, in particolare nei comuni più vicini a Barcellona Pozzo di Gotto, dove domenica 9 marzo si è verificata un’evasione dal carcere Madia. Un detenuto 29enne, di origini tunisine, Loudhaief Assem, approfittando del numero esiguo di unità del personale di polizia penitenziaria in turno, è riuscito a scappare dal cortile passeggi del carcere, scavalcando indisturbato la rete perimetrale dell’istituto. La notizia arriva subito alla stampa locale, che scrive poche righe, informando su quanto accade.

Ma a questo punto si scatena il delirio collettivo, facilitato da quello strumento potente, quanto deleterio, se non usato correttamente, che sono la rete ed i social. Iniziano a circolare messaggi tanto inquietanti, quanto falsi e privi di fondamento, circa la possibile presenza dell’evaso, definito “pericolossisimo”, a Capo d’Orlando, Patti, Torrenova e Capri Leone. Avvistamenti che non sarebbero veri. Post, ma anche messaggi audio, si diffondono con la rapidità di un soffio di vento, da una chat all’altra, sulle app di messaggistica, tra gruppi di mamme delle scuole, sui canali social, con la spaventosa semplicità del click che non conosce filtro. Si scrive che l’evaso “pare stia girando nelle scuole a Capo d’Orlando e in qualche scuola qua…” riferendosi probabilmente a Patti. Informazioni senza riscontro, ma che generano paura e tensione tra la popolazione civile, che si è data alla corsa per sbarrare porte e finestre.

Nessuna comunicazione ufficiale da parte delle forze di polizia avvalora queste ipotesi. Come avviene per ogni evasione, esiste una comunicazione diramata dal Ministero dell’interno alle forze dell’ordine competenti, che stanno attivamente cercando il 29enne con gli strumenti del caso e che potrebbe essere ovunque in questo momento. Le autorità hanno scelto di non diffondere la foto segnaletica con un comunicato stampa ufficiale, né dati o informazioni sulla pericolosità dell’evaso. E se la logica detta precauzione e buon senso ed in casi come questo impone a chiunque cautela, occorre anche rassicurare la cittadinanza, circa notizie false e senza nessun riscontro oggettivo, che ingenerano solo caos e preoccupazione, e potrebbero portare a comportamenti irragionevoli ed istintivi, potenzialmente anche pericolosi.

Si richia di issare barricate dove non ci sono, almeno al momento, pericoli imminenti, di far puntare il dito verso il bersaglio errato e di far perdere tempo a chi in queste ore cerca attivamente il 29enne. E la possibilità, per chi fa circolare false notizie che destano allarme sociale, di incorrere eventualmente anche nel reato di procurato allarme.

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