La Corte d’Appello di Messina ha ridotto la pena ad 45enne dell’hinterland nebroideo, che era stato condannato dal tribunale di Patti, per essersi associato abitualmente con soggetti pregiudicati, nonostante fosse sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
Il tribunale pattese, in due distinti processi, gli aveva inflitto la pena complessiva di un anno e 8 mesi di reclusione. Secondo i giudici di primo grado era emerso che l’imputato aveva incontrato in sei occasioni un uomo con precedenti per estorsione e associazione mafiosa, e per ben quattro volte aveva sostato con pregiudicati al bar. La sua condotta non era sfuggita ai controlli delle Forze dell’Ordine e ne erano scaturiti due giudizi.
In appello, il legale del sorvegliato speciale, l’avvocato Nunziatina Armeli ha chiesto la riunione dei due procedimenti per evidente connessione e la rideterminazione della pena comminata al proprio assistito in primo grado. La Corte accogliendo l’istanza difensiva, ha ridotto la pena ad un anno, minimo previsto per questo reato. Il legale ricorrerà in Cassazione per la concessione della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità.