Un capo di imputazione complesso, con rinvio a giudizio per estorsione aggravata dalla continuazione e per lesioni aggravate dall’aver commesso il fatto nei confronti della propria madre. A finire sul banco degli imputati con queste pesanti accuse un 54enne santagatese, per fatti avvenuti tra febbraio e ottobre 2019.
La presunta vittima denunciò alle forze dell’ordine di essere stata soggetta a vessazioni da parte del figlio, consistite in minacce, percosse e danni ad oggetti, per costringerla a consegnargli del denaro. La donna riferì anche che, nel corso di una lite, era estata strattonata e spinta, facendo ricorso alle cure del PS.
Nel corso del dibattimento la donna avrebbe, però, rivisto le dichiarazioni rese. Secondo la difesa dell’imputato, rappresentato dall’avvocato Rosario Di Blasi, la donna avrebbe avuto nella propria disponibilità il denaro che l’imputato percepiva a titolo di pensione. Il 54enne, quindi, avrebbe richiesto alla madre di poter ottenere i propri soldi, che la madre rifiutava di consegnargli al fine di evitare che potesse sperperarli. L’uomo, infatti, secondo da una precedente valutazione, pare fosse parzialmente incapace di intendere e volere all’epoca dei fatti, poiché affetto da disturbi dell’umore e risultava essere persona particolarmente fragile.
A conclusione del dibattimento, nella giornata di ieri il giudice del Tribunale di Patti, Gianluca Corona, ha quindi riqualificato il reato di estorsione aggravata in esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Sulla scorta delle dichiarazioni rese della persona offesa e in presenza di remissione di querela da parte della stessa, il reato è risultato, quindi, improcedibile, così come è risultata improcedibile anche l’ipotesi di lesioni aggravate, dichiarando per il 54enne, il non doversi procedere per remissione di querela.
Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.