Era imputato di usura e l’accusa aveva chiesto 9 anni di reclusione, per i giudici invece assoluzione, perchè il fatto non sussiste. E’ finito in questo modo un processo al Tribunale di Patti a carico di un sessantaduenne pattese, difeso dagli avvocati Pinuccio Calabrò e Tindaro Giusto. L’accusa contestava fatti accaduti a Patti nel 2009 e 2010.
Nei capi di imputazione si evidenziavano a favore di un cinquantaduenne, operatore economico di San Filippo del Mela, costituitosi parte civile, dazioni di denaro di 150 mila euro e di 134 mila euro. Nel primo caso, erano sotto forma di due assegni da 75 mila euro, che sarebbero stati restituiti con due assegni, uno da 125 mila ed uno da 49 mila, con un’eccedenza di 24 mila euro; per l’accusa erano il tasso di interesse applicato, che avrebbe dovuto pagare nei mesi successivi.
Nel secondo caso c’era stato l’impegno a restituire due assegni, uno da 84 mila euro e l’altro da 75 mila euro e quattro effetti cambiari da 24 mila euro e poi fu obbligato ad emettere cinque assegni da 25 mila euro, firmando una scrittura privata in cui si riconosceva un credito di 126 mila euro, versando infine altri tre effetti cambiari da 6 mila euro.
Gli assegni nella disponibilità dell’imputato era di 333 mila euro ed effetti cambiari per circa 70 mila euro. Secondo l’accusa, a fronte dei prestiti, si sarebbe fatto dare e promettere interessi di carattere usurario, approfittando dello stato di bisogno di chi richiedeva il denaro.
Il Pm Giovanna Lombardo aveva chiesto la pena di 9 anni di reclusione; di contro i legali della difesa, gli avvocati Pinuccio Calabrò e Tindaro Giusto, l’assoluzione, ribadendo che la vicenda riguardasse si svariate operazioni economiche, ma senza interessi. Circostanza che è stata accolta dal collegio giudicante del tribunale di Patti, presieduto da Monica Marino, che ha disposto l’assoluzione perché il fatto non sussiste.