Il 16 aprile 1118, cioè 900 anni fa, moriva a Patti la regina Adelasia del Vasto, la madre di Ruggero II°, la cui tomba si trova all’interno della Cattedrale Normanna di Patti, intitolata a San Bartolomeo.
Adelasia fu la terza moglie di Ruggero I d’Altavilla, gran conte di Sicilia e Calabria. Per la regina l’occasione di stabilirsi al sud si realizzò con la richiesta di matrimonio da parte del gran conte Ruggero, rimasto vedovo per la seconda volta e su di lui esercitò una forte ascendenza. Adelasia trasferì la sua corte prima a Messina e poi a Palermo. E’ ricordata soprattutto per la risoluzione dei conflitti che esplodevano in Sicilia, tra le varie etnie, latini, franchi, greci, arabi; avrebbero dovuto sentirsi stranieri, ma secondo il progetto di Ruggero, che Adelasia seppe ben realizzare, popoli di una stessa patria. Fu di seguito in sposa ancora con Baldovino I di Fiandra, re di Gerusalemme, che avrebbe dovuto assicurare la corona al figlio, Ruggero II°. Dopo varie vicende ed alterne fortune, Adelasia preferì non restare a corte e si ritirò dapprima nel monastero di San Bartolomeo a Palermo e poi in un monastero lontano dalla capitale, a Patti, dove morì il 16 aprile 1118. In un periodo antecedente, nel 1061, la regina fissò la propria residenza anche in un castello fortificato in cima al monte Rotondo, a San Marco D’Alunzio. Il suo corpo fu deposto in un semplice sarcofago nella Cattedrale di Patti, tomba che si può visitare, insieme al tempio e alla cripta sottostante; questo, come tanti altri, rappresentano autentici pezzi pregiati della città, con il suo centro storico, le sue chiese antiche, oltre alla Cattedrale, Sant’Ippolito, San Michele ed il convento di Sant’Antonino, per non parlare della villa romana e dei reperti di Tindari. Un vero peccato che pochi ricordino la storia di Patti, le sue origini, il suo prestigio, i personaggi storici che hanno calcato le sue strade. Si pensi alla storica data di oggi. Per dire la verità c’è chi si ricorda della storia della città; in quei pochi ci sono stati anche gli amministratori che si sono succeduti nel tempo. Un vero peccato che, finito il tour de force elettorale, tranne per salvare i resti da crolli o pericoli per la pubblica incolumità, tutto sia finito o finisce nel dimenticatoio, tra resti di case abbandonate, erbacce e strade scassate. Basta guardare poco sotto il palazzo comunale. Più che colpa loro, è colpa soprattutto dei cittadini, di chi non lo ha detto e non lo dice.