Tre persone in carcere ed 11 sottoposte alla misura di obbligo di firma. E’ il bilancio dell’operazione scattata questa mattina nel mistrettese e condotta dai Carabinieri su una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo peloritana, guidata dal Procuratore della Repubblica Maurizio De Lucia.
Il provvedimento scaturisce dagli esiti di una complessa indagine condotta, sin dal 2015 nei confronti della famiglia mafiosa di Mistretta che ha permesso di scoprire un tentativo di estorsione – posto in essere da un consigliere comunale di Mistretta, tuttora in carica, Vincenzo Tamburello in concorso con altri due soggetti, di cui uno già destinatario di un provvedimento di sequestro dei beni ai danni di 2 imprenditori edili, aggiudicatari dell’appalto, del valore di circa 1 mlione. di euro, indetto dal citato Comune e finanziato dall’Unione Europea per la riqualificazione dei 12 siti ove sono installate le opere d’arte contemporanea che costituiscono il noto percorso culturale “Fiumara d’Arte”.
Le investigazioni, che avevano già consentito di trarre in arresto, il 6 ottobre 2017, una coppia di imprenditori edili per trasferimento fraudolento di valori, hanno altresì permesso di documentare l’intestazione fittizia, in favore di ben 11 complici – anch’essi destinatari della misura in esecuzione – di 2 locali notturni e 1 stabilimento balneare ed un’attività di compravendita di auto usate, ubicati sulla fascia tirrenica della provincia di Messina.
Contestualmente, è stata data anche esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo disposto nei confronti delle medesime attività commerciali, del loro compendio aziendale, dei conti correnti e depositi bancari, nonché di 5 autovetture nella disponibilità degli indagati, per un valore complessivo di oltre 2 mln. di euro.
Tra le persone coinvolte c’è Maria Rampulla, deceduta nel maggio del 2016, sorella di Pietro (condannato per essere l’artificiere della strage di Capaci ed all’epoca dei fatti detenuto) e di Sebastiano, storico capo della “famiglia di Mistretta” deceduto nel 2010.
Ulteriori due complici sono stati identificati in Pino Lo Re e la zia di questi, Isabella Di Bella, una cartomante di Acquedolci.