Non vale a nulla monitorare il centro storico di Patti immerso nel degrado. Se qualcuno, un tempo, aveva detto che dovevano portare una capra per mangiare l’erba, ora vista la vegetazione lussureggiante, non basterebbe un gregge.
Ma non sono dichiarazioni di colore, ma costatazioni di fatto. Basta andare a vedere l’area sottostante il comune dove c’è il monumento dedicato a Garibaldi, basta controllare le abitazioni vicine, via Vescovo Natoli, via dei Greci, l’inizio di via Roma, i resti del convento dei Basiliani, la parte iniziale della via che conduce al municipio. E l’elenco potrebbe continuare. Di recente sono stati notati alcuni tecnici a monitorare la cintura del centro storico; è un’iniziativa lodevole, per quanto tardiva e oltretutto deve produrre fatti. Altrimenti è solo aria fritta. Sul degrado del centro storico ha battuto un altro colpo il consigliere comunale di Patti Futura, Filippo Tripoli, che ha posto l’attenzione sul pericolo di crollo di alcuni fabbricati tra rovi e sterpaglie. Tripoli ha presentato un’interrogazione, rivolgendola non solo al sindaco, Mauro Aquino, ma anche al dirigente dell’ufficio tecnico, al responsabile dell’ufficio di protezione civile e al comando di polizia municipale, in modo che tutti sappiano ciò che dovrebbero comunque sapere, visto che anche il consigliere Tripoli ha più volte segnalato il degrado e la pericolosità sotto il palazzo Comunale, in via Vescovo Natoli e in via dei Greci.
A questo punto si vuole intervenire? Oppure dobbiamo aspettare che qualcuno, passando anche nelle aree transennate, spesso uniche vie di collegamento, ci lasci le penne? Ed in ultimo, qualcuno, al comune, ha proseguito l’attività dell’ex assessore Pasquale Nastasi, che aveva contattato i titolari delle abitazioni private pericolanti, chiedendo che, quanto meno, le mettessero in sicurezza oppure sostituendosi ai privati, rivalendosi nelle sedi opportune?