Il comune di Capo d’Orlando ha invertito le procedure. Prima ha ordinato la demolizione dell’immobile di Sebastiano Giglia a Santa Carrà e poi ha annullato la relativa autorizzazione edilizia.
Per questo ed altri motivi la quarta sezione del tar di Catania ha annullato l’ingiunzione di demolizione dell’immobile e l’ordinanza di acquisizione al patrimonio comunale.
E’ stato pertanto accolto il ricorso del proprietario dell’immobile, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Caminiti. Si è chiusa così una vicenda amministrativa iniziata nel maggio 2003, quando Giglia presentò al comune paladino un’istanza di autorizzazione edilizia per la realizzazione di una struttura precaria da destinare a ricovero attrezzi.
Nel settembre successivo fu rilasciata l’autorizzazione, ma dopo qualche giorno fu emessa ordinanza di sospensione e demolizione delle opere ritenute abusive, perché i lavori sarebbero stati realizzati prima della notifica dell’autorizzazione edilizia ed in modo difforme rispetto a quanto autorizzato.
Giglia a quel punto presentò istanza di condono edilizio, che fu respinta, perchè la struttura si trovava in zona di inedificabilità assoluta, realizzata entro 150 metri dalla battigia e senza l’autorizzazione del Genio civile.
Il 5 luglio 2017 il comune preannunciò l’annullamento dell’autorizzazione edilizia, comunicando che Giglia avrebbe dovuto demolire; visto che non ha proceduto in tal senso, il comune dispose l’acquisizione dell’immobile al proprio patrimonio. Questi i fatti. Giglia ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza del 5 luglio 2017 riguardante proprio la demolizione delle opere abusive e la rimessa in pristino dei luoghi e di tutti i provvedimenti adottati dal comune.
Il Tar, per quanto abbia riconosciuto come il comune abbia correttamente annullato d’ufficio l’autorizzazione edilizia che nell’anno 2003 non avrebbe potuto rilasciare, ha evidenziato però che sia stata ingiunta la totale demolizione delle opere realizzate dal ricorrente, prima ancora di aver annullato in autotutela l’autorizzazione edilizia del 2003.
Ecco perché è stato accolto il ricorso presentato da Sebastiano Giglia, annullando sia l’ingiunzione di demolizione, come anche il provvedimento di acquisizione al patrimonio comunale.