La pubblicità abbonda, le bici no.
E’ il singolare paradosso di Capo d’Orlando, dove le postazioni di bike sharing si sono trasformate in aree per la pubblicità a prezzo molto variabile.
Ma andiamo per ordine e torniamo a sei anni fa, quando l’amministrazione comunale (all’epoca guidata da Enzo Sindoni) partecipa ad un bando nazionale e rientra tra i pochi comuni italiani che realizzano per il noleggio pubblico di bici a pedalata assistita. La cinque postazioni realizzate sono alimentate con pensiline solari e soprattutto possono fruttare soldi grazie agli spazi pubblicitari. La ditta che aveva realizzato il progetto per conto del Comune, e con sede a Sant’Agata Militello, decide di prendersi anche la concessione di quegli spazi firmando un contratto per 26500 euro l’anno.
Tra il 2016 ed il 2017, però l’accordo salta per altri motivi e lo scorso anno l’azienda firma la rescissione del contratto (transando in 60.000 euro i soldi da dare al comune).
Da quel giorno le bici, ormai guaste, scompaiono, ed al comune restano le postazioni disseminate sul territorio a rappresentare il fallimento di quel progetto.
Da quanto si sa, l’amministrazione sta provando a far ripartire il servizio con altri accordi. E si sa anche, che il 19 giugno scorso la giunta comunale ha votato una delibera di giunta con la quale ha concesso spazi pubblicitari ad una nuova società per 1.800 euro all’anno.
Si tratta di una somma quindici volte inferiore rispetto a quella pagata dal 2013 dalla precedente società.
Per quale motivo? Sovradimensionato il primo accordo o sottodimensionato questo?
Oppure l’appeal di Capo d’Orlando di questi ultimi anni è calato di 15 volte facendo crollare il valore degli spazi pubblicitari?
Forse, in un comune che non naviga economicamente nell’oro, qualcuno dovrebbe spiegare.