Il sistema, nell’area nebroidea, è ormai consolidato: dichiarare terreni dei quali non si ha alcun titolo nelle domande di ottenimento di contributo agricolo e così ottenere somme di denaro illecitamente truffando l’Unione Europea. In questo caso, invece, c’erano anche pressioni estorsive per costringere i legittimi proprietari dei fondi agricoli ad affittare proprietà.
Per questo motivo, a chiusura di una complessa attività di indagine della procura di Messina, i Finanzieri del Comando Provinciale ed i Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare di Messina hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P., Maria Militello, nei confronti di due coniugi di Falcone accusati, nel ruolo di titolari di una ditta individuale ed una società in accomandita semplice, di numerosi episodi illeciti finalizzati alla percezione di contributi nel settore della politica agricola comune. Gli arrestati sono Gino Calcò Labruzzo e Carmela Stefano rispettivamente di 59 e 47 anni.
Le indagini hanno consentito di accertare che gli indagati hanno dichiarato falsamente la proprietà di terreni nonché la conduzione degli stessi a vario titolo (locazione onerosa o comodato gratuito) senza averne la materiale disponibilità e che i contratti di affitto e di comodato, indicati nelle domande uniche di pagamento presentate all’Ag.E.A. erano del tutto o parzialmente falsi. In alcuni casi, inoltre, è emerso che gli indagati hanno posto in essere condotte estorsive nei confronti di alcuni proprietari al fine di ottenere la sottoscrizione, in proprio favore, di contratti di affitto pluriennali di terreni agricoli. Al termine dell’attività di indagine, è stato rilevato che le due imprese agricole, nell’arco temporale dal 2013 al 2016, hanno percepito illecitamente contributi per oltre 100 mila euro. Sulla base delle risultanze investigative il G.I.P. presso il Tribunale di Messina, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dei due coniugi disponendo il sequestro per equivalente sino alla copertura dei 102.000 euro previsti. Oltre ai conti correnti, quindi, finirà sotto sequestro anche il capannone dell’azienda. L’uomo tratto in arresto, ha reso noto la guardia di Finanza, è il fratello di Salvatore Calcò Labruzzo coinvolto in inchieste antimafia nel barcellonese.