La Cassazione ha rigettato il ricorso, per cui è stata confernata la condanna per diffamazione a carico di Antonino Amodeo, gestore di un blog. I fatti si sono verificati a Oliveri nell’agosto 2011.
Amodeo, secondo l’accusa, con alcune frasi sul suo blog, ha offeso Lorenzo Antonuccio e la sua famiglia. A commento di queste frasi, furono pubblicati messaggi anonimi, anche questi ritenuti diffamatori. Con queste premesse si è incardinato il processo al tribunale di Patti, presieduto dal giudice monocratico Vincenzo Mandanici. Amodeo è stato difeso dall’avvocato Attilio Scarcella e Antonuccio si è costituito parte civile con l’avvocato Lucia Virzì (nella foto). Il giudice, con sentenza del 22 giugno 2015, condannò Amodeo a 1000 euro di multa, al pagamento delle spese processuali e di costituzione di parte civile e al risarcimento danni da liquidarsi in separata sede. Il 5 aprile 2017 si è concluso il processo in secondo grado e la corte d’appello di Messina, presieduta da Maria Celi, ha confermato la condanna emessa in primo grado. L’epilogo è stato in Cassazione, che ha rigettato il ricorso presentato dall’avvocato Scarcella, difensore dell’imputato. Il legale ha ribadito davanti alla Suprema Corte che, nel caso, secondo giurisprudenza, sia stata erroneamente applicata la diffamazione, perché c’è differenza tra il blog e la testata giornalistica. E poi c’è la legge europea sul provider. In attesa di leggere le motivazioni della Cassazione, l’avvocato Scarcella potrebbe chiedere anche la revisione del processo, perché, a differenza di quanto scritto in sentenza, i post furono rimossi prima e non dopo il sequestro preventivo del blog disposto dal giudice. Non si esclude che possa essere presentato anche ricorso a Strasburgo.