Ancora un atto vandalico e fascista a Messina: la scorsa notte la saracinesca del circolo “Peppino Impastato” di Rifondazione Comunista è stata imbrattata con i disegni di una svastica e di un pene. A denunciare l’accaduto è lo stesso circolo, che ha deciso di segnalare l’episodio al Prefetto ed alla Questura.
Di seguito il comunicato integrale della Federazione di Messina di Rifondazione Comunista:
“Una vigliaccata: questo hanno fatto alla sede di Rifondazione Comunista ieri nel buio della notte.
La saracinesca della Federazione di Messina e del nostro Circolo “Peppino Impastato” in Via Santa Marta 165 è stata sfregiata coprendo con vernice nera i nostri simboli politici con il disegno inquietante di una svastica e un pene.
Una settimana fa campeggiava una scritta indegna e razzista, con accanto una svastica sui muri lungo la litoranea nord della città. L’autore è stato denunciato e la scritta è stata prontamente rimossa.
Oggi siamo stati attenzionati con un gesto che leggiamo senza particolari sforzi interpretativi come una provocazione politica, una carognata.
Vorremmo vederli in volto, ma sappiamo che solo nell’ombra esprimono i loro pensieri e compiono le loro azioni in maniera indisturbata.
Non abbiamo bisogno di speculazioni particolari per leggere la matrice del gesto, che pare del tutto evidente: teppismo fascista o nazifascista, per essere più precisi.
Non ci stiamo con chi sistematicamente tenta, offrendo scappatoie giustificative o riduttive, di liquidare questi fatti come burle di qualche ragazzino.
O peggio con chi vuole maldestramente posizionare questa cosa dentro uno scontro tra tifosi che non riguarda la società.
È evidente, che in questi tempi neri il fascismo con tutte le sue molteplici accezioni è pienamente sdoganato, e che non necessariamente utilizza olio di ricino o esibisce divise fasciste da capomanipoli squadristi per manifestarsi, ma utilizza linguaggi razzisti, violenza amministrativa e sovente gravissime aggressioni verbali e fisiche.
Invero, dopotutto, si tratta di una spruzzata di vernice facile da cancellare.
Sono invece difficili da rimuovere, da giovani e meno giovani, quelle convinzioni e pratiche ideologiche oramai incistate che stridono violentemente con i valori della nostra Costituzione nata dalla Resistenza.
Lì non ci sono solventi da utilizzare, non ci sono operazioni di maquillage, ma un lento e meticoloso lavoro ricostitutivo politico e culturale che si serva delle migliori energie sociali e che attraverso la solidarietà e l’uguaglianza sociale disegni un’altra società.
Noi pazientemente cerchiamo di fare questo tra mille difficoltà ogni giorno e siamo oggi ancor più consapevoli che essere antifasciste/i, antirazziste/i e femministe/i nel 2019 significa creare e trasmettere quegli anticorpi sociali per resistere e difenderci dall’odio, dall’ignoranza e dall’intolleranza.”