venerdì, Novembre 22, 2024

Mistretta, i retroscena dello scioglimento

Mistretta si interroga su quanto comincia ad emergere con una certa chiarezza dagli atti della commissione prefettizia che ha scandagliato gli atti giudiziari ed amministrativi degli ultimi anni del comune montano e che hanno portato allo scioglimento degli organi politici locali.
Ieri avevamo anticipato quelli che sono i passaggi cruciali della Relazione e che il ministero dell’Interno ha trasmesso al Quirinale per la firma del decreto.
Oggi, il quotidiano “La Gazzetta del Sud” aggiunge nuovi tasselli mettendo dei nomi a quei fatti grazie ad una lettura alle 416 pagine della stessa relazione mandata dal prefetto a Roma. Ed ovviamente, l’approdo alle carte apre il tempo delle accuse e delle polemiche.
E alla fine delle 416 pagine i commissari scrivono: «In conclusione, i fatti riportati nella presente relazione dimostrano una situazione di possibile permeabilità alla criminalità organizzata da parte di alcune figure chiave dell’attuale consiliatura, quali il presidente del Civico Consesso Felice Testagrossa e i consiglieri Tamburello, Sgrò e Provenzale, che unita alla debolezza dell’apparato burocratico comunale, che non si è dimostrato, in diversi casi in grado di svolgere adeguatamente le funzioni a esso demandate dalla legge”.
Uno dei passaggi che salta agli occhi è quello della mancata dichiarazione di incompatibilità del consigliere Benedetta Sgrò da parte del Consiglio Comunale, sempre con il sostegno del suo gruppo politico di riferimento. Secondo i commissari, poi, «… forme di condizionamento potrebbero cogliersi nell’amministrazione del patrimonio comunale, in particolare i fondi rustici, con riferimento ai quali l’Amministrazione in carica non ha adeguatamente vigilato, come avrebbe dovuto sui soggetti affidatari degli stessi beni, in taluni casi appartenenti alla criminalità organizzata, come nel caso di Maria Rampulla, o comunque ad essa contigui, come nel caso del fratello del sindaco, in rapporti con Michele Cammarata di Capizzi”
La relazione richiama inoltre la posizione dell’ex consigliere Vincenzo Tamburello (arrestato nell’operazione Concussio” che sembra assumere, nel panorama politico di Mistretta, un ruolo centrale, anche per via della lunga partecipazione alla vita politica dell’Ente, in quanto già vicesindaco dal 2009 al 2014, nella precedente consiliatura. L’ex amministratore – scrivono i commissari -, sembrerebbe far parte di un “gruppo di potere” unitamente al presidente del Consiglio Comunale Felice Testagrossa e ai fratelli Antonino e Mario Saitta, il primo suocero del Tamburello e già consigliere comunale, il secondo collega di studio di Testagrossa».

Facebook
Twitter
WhatsApp