lunedì, Novembre 25, 2024

San Filippo del Mela. Nel futuro di A2A un polo energetico green?

Una svolta green che potrebbe essere rappresentata dalla lavorazione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani. L’azienda A2A ha infatti intenzione di realizzare un Polo energetico capace di trasformare gli stessi rifiuti organici in biometano e compost. Accantonata, almeno per il momento, la costruzione dell’inceneritore a CSS, l’azienda ha presentato istanza per l’autorizzazione alla Regione Siciliana. Un investimento da 35 milioni di euro che punta a ottenere gas naturale da fonte rinnovabile, adatto per alimentazione dei veicoli, usi domestici, ottenendo anche del compost utilizzabile in agricoltura biologica. Secondo quanto reso noto dall’azienda, le tecnologie che costituiranno il Polo Energetico sono frutto dell’esperienza acquisita negli anni dal Gruppo A2A nei settori dell’energia e dell’ambiente, allineate ai migliori livelli di qualità degli impianti gestiti in Italia e agli standard ampiamente diffusi nelle più avanzate realtà europee. Insomma, un impianto all’avanguardia. Il biometano prodotto sarà immesso direttamente in rete con impatto zero e un processo di trattamento che avviene in ambienti chiusi e posti in depressione con un’aspirazione 24 ore su 24 e un sistema di biofiltri che abbatte le emissioni odorigene. Le digestione anaerobica consentirà di produrre biometano green con una previsione di circa sei milioni di metri cubi. Biometano non di origine fossile, ma rinnovabile, che potrà coprire il fabbisogno di cinquemila famiglie per riscaldamento, acqua o utilizzo domestico. La digestione aerobica prevede la produzione di compost di qualità da utilizzare in agricolura biologica per quindicimila tonnellate. L’azienda sostiene che il Polo si configura come opportunità per il territorio e risposta concreta al fabbisogno impiantistico siciliano, coniugando tre aspetti fondamentali: sostenibilità ambientale con il miglioramento della qualità dell’aria e minore ricorso alle discariche grazie al recupero dell’organico dalla differenziata; sostenibilità sociale con la tutela dei livelli occupazionali e sostenibilità economica con gli investimenti previsti per la realizzazione del progetto.

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