sabato, Novembre 23, 2024

Brolo, condanna disposta dalla corte d'appello di Messina per diffamazione su Facebook

La Corte d’Appello di Messina ha ribaltato la sentenza emessa dal gup del tribunale di Patti nel marzo 2018 e ha condannato Calogero Scaffidi Chiarello a quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena.
I giudici di secondo grado hanno contestato undici capi di imputazione relativi alla diffamazione, mentre hanno mantenuto l’assoluzione per due imputazioni di diffamazione e per una di stalking, che era state disposte dal Gup.
Calogero Scaffidi Chiarello dovrà risarcire il danno a Gaetano Scaffidi, all’epoca dei fatti contestati vice sindaco di Brolo e poi a Carmelo Princiotta e Giuseppe Miraglia, costituitisi parte civile con l’avvocato Massimiliano Fabio. L’imputato dovrà pagare anche due mila euro a titolo di provvisionale, ma solo a favore di Gaetano Scaffidi.
Il procedimento giudiziario era stato avviato a seguito della pubblicazione di decine di post su Facebook nel 2014 e 2015, che sarebbero ritenuti diffamatori e rivolti a Gaetano Scaffidi, nella qualità di vice sindaco di Brolo. Sono stati il sostituto procuratore della repubblica di Patti Alessandro Lia ed il legale di parte civile, l’avvocato Massimiliano Fabio, a presentare appello contro la sentenza di assoluzione disposta dal Gup.
Scaffidi Chiarello è stato difeso dall’avvocato Carmelo Occhiuto, che ha preannunciato ricorso in Cassazione, sostenendo quanto già ribadito dal gup e cioè che non si è raggiunta la prova che sarebbe stato proprio Scaffidi Chiarello a pubblicare quei post su Facebook.
 
 

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