La Corte d’Appello di Messina ha ribaltato la sentenza emessa dal gup del tribunale di Patti nel marzo 2018 e ha condannato Calogero Scaffidi Chiarello a quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena.
I giudici di secondo grado hanno contestato undici capi di imputazione relativi alla diffamazione, mentre hanno mantenuto l’assoluzione per due imputazioni di diffamazione e per una di stalking, che era state disposte dal Gup.
Calogero Scaffidi Chiarello dovrà risarcire il danno a Gaetano Scaffidi, all’epoca dei fatti contestati vice sindaco di Brolo e poi a Carmelo Princiotta e Giuseppe Miraglia, costituitisi parte civile con l’avvocato Massimiliano Fabio. L’imputato dovrà pagare anche due mila euro a titolo di provvisionale, ma solo a favore di Gaetano Scaffidi.
Il procedimento giudiziario era stato avviato a seguito della pubblicazione di decine di post su Facebook nel 2014 e 2015, che sarebbero ritenuti diffamatori e rivolti a Gaetano Scaffidi, nella qualità di vice sindaco di Brolo. Sono stati il sostituto procuratore della repubblica di Patti Alessandro Lia ed il legale di parte civile, l’avvocato Massimiliano Fabio, a presentare appello contro la sentenza di assoluzione disposta dal Gup.
Scaffidi Chiarello è stato difeso dall’avvocato Carmelo Occhiuto, che ha preannunciato ricorso in Cassazione, sostenendo quanto già ribadito dal gup e cioè che non si è raggiunta la prova che sarebbe stato proprio Scaffidi Chiarello a pubblicare quei post su Facebook.