Attività bloccata e sportelli chiusi oggi, 29 luglio, per lo sciopero dei dipendenti di Unicredit di Messina e provincia indetto da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Unisin. Uno sciopero motivato dalla carenza degli organici, dall’aggravamento dei carichi di lavoro dei lavoratori e dalla situazione di oggettiva difficoltà nella quale si trovano le agenzie che vivono grandi difficoltà nel garantire un adeguato servizio. Nonostante la richiesta da parte delle rappresentanze sindacali di nuove assunzioni di personale, che certamente non avrebbero risolto in modo definitivo la mancanza di organico ma comunque avrebbe aiutato temporaneamente le agenzie, l’azienda ha disposto proprio in questi giorni, su altri territori, l’assunzione di quattro lavoratori stagionali.
«La mobilitazione di Messina – rileva Antonio Mangraviti, segretario provinciale della FIRST di Messina, la Federazione della Cisl dei lavoratori di banche, assicurazioni, finanza, riscossione e authority – si inserisce nel contesto delle preoccupanti notizie, trapelate ma non smentite, riguardanti Unicredit con il concreto rischio che dei 10.000 esuberi “annunciati”, gran parte siano in Italia e di questi il maggior numero riguardi territori che l’azienda continua ostinatamente a dichiarare in esubero, prima di tutte la Sicilia e Messina. Sarebbe un colpo durissimo per l’occupazione e per il mantenimento della rete commerciale nei nostri territori».
Messina è l’unica realtà produttiva italiana ad avere effettuato, in questo periodo, lo sciopero di una giornata ma non c’è dubbio che le problematiche rivestano un significato globale per una Banca “sistemica” come Unicredit. «I sindacati messinesi hanno ritenuto responsabilmente, su mandato dei lavoratori, di attivare la forma di lotta dello sciopero per tutelare i lavoratori che rappresentano ma è chiaro che attraverso essa si cerchi di tutelare anche la funzione del credito sul territorio».
L’adesione allo sciopero, però, denuncia la First Cisl sarebbe stata altissima se Unicredit, sembrerebbe su disposizione ABI, non avesse negato il diritto a partecipare ai lavoratori che, avendo programmato le ferie in quel giorno, avevano comunque manifestato l’intenzione a parteciparvi. Per questo motivo, lesivo del diritto di sciopero, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Unisin hanno inoltrato formale diffida all’azienda. «In uno “stato di diritto” sembra evidente che la libertà dell’imprenditore trovi un suo limite di fronte ad una norma di rango costituzionale. Da più parti si è riscontrata la solidarietà su questo delicato argomento».