Tradisce l’orrore, nell’immediatezza dei fatti, la voce rotta dallo sgomento che accompagna il video apparso sui social, che riprende l’ ennesimo atto di crudeltá nei confronti di randagi nel messinese.
Stavolta è accaduto a Mistretta. È stata il presidente dell’associazione Ambientalista La Valle delle Cascate, Daniela Daionotti ad intervenire nella giornata di ieri, per salvare una randagia di taglia media e i suoi 6 cuccioli intossicati da veleno, forse quello per lumache. La guida Aigae è stata allertata da una volontaria Enpa, chiamata a sua volta dai cittadini. La randagia aveva, infatti, scelto questo fazzoletto di terreno, in via delle Nazioni Unite, in un quartiere residenziale del paese, per dare alla luce i suoi piccoli. Qui aveva trovato l’affetto dei residenti, che le facevano trovare qualche pasto, senza però adottarla. Ma a qualcuno, evidentemente, cagnetta e cuccioli, davano fastidio e ha pensato di eliminarli con il più crudele dei metodi: il veleno. Al suo arrivo, Daniela ha potuto constatare che 4 dei cuccioli erano già morti, mentre Eusebia -questo il nome che le ha dato – versava già in gravi condizioni, contorcendosi per il dolore causato dal veleno. Subito sono scattati i soccorsi per la cagnolina, anche se il povero animale, spaventato e sofferente, rifiutava il contatto con l’uomo. Catturata, grazie alla collaborazione del personale del Comune e della guardia forestale Sebastiano Chiella, in quel momento fuori servizio, è stata trasportata prima a S. Stefano di Camastra e affidata alle prime cure della dott.ssa Enza Muglia, direttore sanitario dell’ambulatorio veterinario associato S. Stefano di Camastra, poi trasferita d’urgenza alla clinica veterinaria NebroVet di S. Agata Militello, con l’assistenza dei volontari ENPA. Salvata in extremis, oggi la cagnetta Eusebia, sta meglio. Sul posto non sono state rinvenute polpette avvelenate, ma è molto probabile che i randagi siano stati avvelenati proprio con questo sistema. Adesso si pensa a recuperare e mettere in sicurezza i due cuccioli rimasti vivi e per fortuna non intossicati. Un tema che si ripropone puntualmente quello dei randagi e della difficile convivenza con l’uomo, che in Sicilia non trova ancora soluzione, nonostante le lotte e le richieste assidue delle associazioni animaliste e dei volontari che si sforzano, spesso con mezzi economici e materiali scarsissimi, per contrastare questo fenomeno e la cultura dell’abbandono e della crudeltà.
Intanto video e foto di quanto accaduto stanno facendo il giro sul web, dove tanti sono i commenti di indignazione . Si spera, ora, di individuare i responsabili.