Potrebbe iniziare il 24 gennaio 2020 al tribunale di Patti il dibattimento nel processo ad oltre ottanta persone che l’11 settembre 2013 bloccarono la circolazione dei treni alla stazione di Santo Stefano di Camastra.
Il confronto con i testi si era arenato subito perché ad alcuni imputati non era stato notificato il decreto di citazione a giudizio. Non solo, ma ad altri, nel decreto di condanna penale, era stato omesso che avrebbero potuto optare per la cosiddetta messa alla prova, perchè potessero uscire definitivamente dal processo. Se dovessero essere corrette queste nullità, al prossimo anno cominceranno a sfilare i testimoni. In questo processo sono imputate tutte le persone colpite dal decreto di condanna penale emesso dal gip del Tribunale di Patti. Si riferiva al pagamento di 3750 euro, pena sospesa; tutti i destinatari hanno presentato opposizione. Oggetto del processo sono i fatti accaduti l’11 settembre 2013, quando fu bloccata la circolazione dei treni alla stazione di Santo Stefano di Camastra. Un altro caso simile si era verificato a Gioiosa Marea, quando un lungo corteo composto da amministratori locali, professionisti, studenti e cittadini protestò il 24 novembre 2009 contro l’intollerabile protrarsi della chiusura della strada statale 113 a Capo Schino. Quel processo finì con la prescrizione per tutti gli imputati e non con l’assoluzione, ricordando che il corteo fu pacifico e che, certo, furono occupati i binari della stazione di Gioiosa Marea. In questo caso invece la protesta di sindaci, amministratori, consiglieri comunali, professionisti e cittadini era rivolta contro la prevista chiusura dei tribunali di Nicosia e Mistretta. Anche per loro scattò la denuncia per interruzione di pubblico servizio, per aver occupato i binari della stazione di Santo Stefano di Camastra per svariate ore, bloccando la circolazione ferroviaria.