Sono passati 30 anni da quel famoso 9 novembre 1989, data in cui cadde il muro di Berlino, simbolo della cortina di ferro che divideva le zone controllate durante la guerra fredda dagli U.S.A. e quelle filosovietiche. Insomma, rispettivamente Germania Ovest e Germania Est. Nella caduta del muro è stato fondamentale il ruolo della stampa dell’epoca.
Ma prima ripercorriamo il fatto storico. Berlino est e Berlino ovest furono divise da un sistema di fortificazioni nel 1961, fatto costruire dalla Germania Est, per impedire la libera circolazione dei cittadini verso Berlino ovest, dove vi era la Repubblica Federale.
Negli anni 80, in Germania Est cominciarono grandi proteste contro il regime comunista. Non c’era democrazia o libertà di parola. L’economia era in difficoltà. Così il gruppo dirigente di Berlino est decise di organizzare una conferenza stampa per annunciare una serie di riforme e aperture nei confronti dell’occidente. Il portavoce di governo Schabowski, però, fece un errore clamoroso: lesse confusamente tra le sue carte un comunicato stampa incompleto risalente al pomeriggio, affermando che un nuovo regolamento rendeva possibile l’uscita dalla Repubblica Democratica attraverso i posti di confine.
Da quel momento i titoli dei giornali urlarono la caduta del muro prima ancora che avvenisse realmente. A quel punto una folla sempre più grande di tedeschi arrivò alla soglia del confine in attesa di oltrepassarlo. Anche la polizia si trovò in difficoltà e non riuscì più a contenere la calca. Così gli abitanti della parte orientale si riversarono in quella occidentale.
La caduta del Muro fece capire a tutto il mondo che oramai i regimi comunisti avevano i giorni contati. Oggi Berlino ricorda quell’evento con una serie di gesti simbolici e discorsi commemorativi, spettacolari installazioni e immagini storiche sui maxischermi. In realtà oggi tutto il mondo lo ricorda e riesce ancora a sentire il rumore del muro che crolla e soprattutto il grido di libertà di quelle popolazioni un tempo divise.