E’ intervenuto per sedare una lite tra due extracomunitari, detenuti nell’ottavo reparto della casa circondariale di Barcellona ed ha avuto la peggio; è dovuto infatti ricorrere anche alle cure del pronto soccorso dell’ospedale “Cutroni-Zodda”.
Per l’agente della polizia penitenziaria una prognosi di cinque giorni. E’ l’ultima aggressione in ordine di tempo che è stata evidenziata dalla federazione sindacale “Co.S.P.”; ha denunciato, rivolgendosi anche alle commissioni parlamentari, come gli agenti penitenziari subiscano “morsi, botte da orbi, lesioni e ferite frutto di continue aggressioni nelle carceri italiane”. Una situazione più marcata in Puglia, Basilicata e Sicilia, un lavoro sostenuto sempre sotto organico. Tra sabato e domenica almeno quattro sono stati gli agenti rimasti feriti nelle colluttazioni con i detenuti in carceri dove si registrerebbe un aumento di circa 62.000 persone contro una capienza di 54.000 posti letto. “Sicilia e Puglia sono le due regioni che non sembrano dare la possibilità di spegnere i riflettori sulle criticità e sulle violenze che subisce il personale della polizia penitenziaria, lasciato proprio nelle ore pomeridiane, serali e notturne senza direttore, senza comandanti e senza funzionari.” A Barcellona, ha denunciato ancora il sindacato “un assistente capo occupa ben sei postazioni contemporanee di servizi e svolge attività di capoposto e anche di sorveglianza generale.” Sempre nella struttura carceraria della città del Longano, in cui coesistono casa circondariale, casa lavoro, reparto per malati di mente e femminile, solo nell’ultima settimana, ancora aggressioni ai danni dei poliziotti “completamente sfasciata una cella del reparto e di tutti i neon dell’ottavo reparto e settanta detenuti psichiatrici lasciati al buio.” Una situazione generale che fa comprendere “il fallimento della chiusura degli ex opg sia sotto gli occhi di tutti e i poliziotti penitenziari subiscono sulla loro pelle le conseguenze, tra le richieste sindacali rimaste inascoltate.”