Si è appena concluso a ridosso dell’area dello stretto di Messina, un servizio antibracconaggio dei Carabinieri forestali dei Nuclei Carabinieri CITES di Reggio Calabria e Catania e del SOARDA – Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno degli Animali, finalizzato al contrasto degli illeciti in danno dell’avifauna svernante.
Il fenomeno della caccia illegale ai danni dell’avifauna migratoria nello stretto di Messina ha ampia diffusione tanto da far rientrare le province in uno dei sette black-spot (aree calde del bracconaggio italiano) individuati dal “Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici”.
Il servizio si è concluso nel Messinese, dove è stato individuato un uccellatore con precedenti specifici che deteneva, nella propria abitazione, 14 esemplari di Cardellini ed altri uccelli appartenenti a specie particolarmente protetta quali lucherini e verdoni ed un fanello. Alcuni degli esemplari rinvenuti erano stati “imbracati” per essere utilizzati come richiami vivi nelle attività illecite di cattura. Per tale motivo veniva contestato anche il reato di “maltrattamento animale”.
Nel corso dei controlli nelle proprietà del soggetto, sono stati rivenuti anche strumenti di cattura quali reti, prodine ed altre trappole.
Il servizio è stato svolto con la collaborazione operativa dei volontari dell’associazione CABS, associazione con cui l’Arma dei Carabinieri ha stipulato Protocollo d’Intesa finalizzato alla repressione e alla prevenzione degli illeciti contro l’avifauna.