E’ allarme in Sicilia per i coltivatori di pomodori. La diffusione del Tomato brown rugose fruit virus tra le colture ha raggiunto livelli molto preoccupanti. E’ come se fosse il Coronavirus dei pomodori.
Ed ecco perché ieri mattina, a Palermo, la commissione Attività produttive dell’Ars, presieduta dall’on. Orazio Ragusa, ha cercato di fare il punto su questa fitopatia, alla presenza dell’assessore regionale per l’Agricoltura, Edy Bandiera, dei dirigenti generali del Dipartimento regionale dell’agricoltura, dei dirigenti dei servizi fitosanitari regionali, di docenti universitari, dei rappresentanti degli Ordini professionali e delle aziende che operano nel settore.
Dalla riunione è emersa la gravità di questo nuovo virus. Il Tomato brown rugose fruit virus è stato identificato per la prima volta su pomodoro in Israele nel 2014, successivamente in Giordania nel 2015. Il primo focolaio riscontrato in Sicilia risale alla fine del 2018. Da qui la diffusione ha assunto proporzioni molto preoccupanti tanto che l’organizzazione europea per la protezione delle piante ha deciso di inserirlo nella cosiddetta “Alert list”.
Sui pomodori, i sintomi variano a seconda del fotoperiodo, la temperatura e la varietà coltivata. I sintomi fogliari su pomodoro, è stato spiegato, sono riconducibili, nella maggior parte dei casi, a clorosi, mosaico, ingiallimenti e deformazione della lamina fogliare. Numerosi sono stati i danni segnalati dalle aziende. E per questo motivo si sta cercando di correre ai ripari.
“Il vertice che abbiamo promosso ieri – afferma l’on. Ragusa – ha avuto proprio questo scopo dopo avere preso atto dell’entità che il fenomeno ha assunto. Ecco perché è stato deciso, intanto, di costituire un tavolo di crisi con gli uffici fitosanitari regionali, le Università siciliane e gli addetti ai lavori.
Inoltre, l’assessore Bandiera si è impegnato a mettere in campo una serie di iniziative finalizzate all’informazione e alla divulgazione della problematica su tutto il territorio siciliano. Non si deve perdere tempo. E’ indispensabile che le notizie possano essere veicolate nella maniera più rapida per garantire risposte agli operatori del settore. Infine, un altro obiettivo verso cui si punta è quello di concretizzare una serie di provvedimenti che intendono aiutare le aziende agricole attraverso alcuni sgravi fiscali che mirano ad abbattere il costo del lavoro.
Prima, però, è necessaria la segnalazione, il riconoscimento della calamità e la successiva declaratoria. E’ indispensabile un’azione concertata e mirata. Ma soprattutto occorre procedere con una certa tempestività. Non si può perdere di vista l’obiettivo principale, cioè contenere il fenomeno della diffusione del virus e salvare le coltivazioni delle nostre aziende isolane.
E tutto ciò per preservare l’economia agricola che sappiamo quanta importanza assume per lo sviluppo e la crescita del territorio siciliano e della provincia di Ragusa che, non a caso, può vantare un’alta vocazione agricola. Sappiamo quale e quanto il reddito che l’agricoltura garantisce alle famiglie dei nostri territori ed ecco perché diventa prioritario tutelare questa produzione d’eccellenza”.