I militari della Guardia di Finanza di Gela, nell’ambito dei controlli predisposti dal Comando Provinciale di Caltanissetta a contrasto dei fenomeni speculativi sulla vendita dei Dispositivi di Protezione Individuale, hanno sequestrato n. 885 mascherine del tipo “FFP2”, non conformi alle normative italiana ed europea sui requisiti di sicurezza previsti per i D.P.I., scadute di validità nel 2011 e vendute a prezzi non corretti.
Tra gli esercizi commerciali controllati in questi giorni in tutta la provincia, l’attenzione delle Fiamme Gialle gelesi si è indirizzata, anche grazie ad alcuni contenuti che cittadini gelesi avevano pubblicato sul web in merito, nei confronti di una farmacia situata nel centro cittadino di Gela.
Nel corso dell’intervento, le fiamme gialle hanno trovato il titolare intento nella vendita, tra gli altri presidi medici, delle anzidette mascherine di tipo “FFP2”, sequestrandone n. 385 che erano pronte per essere vendute al pubblico, scadute di validità e senza le relative confezioni ed istruzioni, ad un prezzo di 15 euro ciascuna, decisamente superiore al loro corretto valore commerciale.
Contestualmente, ad un posto di controllo attivato nell’ambito del rafforzamento del controllo del territorio per verificare il rispetto delle misure di contenimento del contagio da “Coronavirus”, è stato fermato un veicolo condotto da un soggetto ragusano, con a bordo n. 500 mascherine, sempre dello stesso tipo “FFP2”, sprovvisto di documentazione commerciale che ne giustificasse la provenienza, poi ricondotta alla farmacia oggetto del suddetto controllo.
Il titolare della farmacia è stato deferito all’Autorità Giudiziaria gelese per il reato di frode in commercio, in quanto ha venduto prodotti scaduti e non conformi alle normative vigenti, aggravato da manovre speculative, atteso l’ingiustificato aumento del prezzo del particolare dispositivo sanitario.
Nell’ambito dei controlli in corso, è stato denunciato alla stessa A.G. anche un altro esercente di Gela, titolare di una ferramenta, che, approfittando della situazione di allarme sociale, aveva anch’egli ceduto delle mascherine incrementando il prezzo di vendita in misura superiore al prezzo correttamente praticabile.
L’intervento testimonia l’impegno del Corpo nel contrasto delle pratiche commerciali scorrette, finalizzate a contrastare ogni forma d’illecito commercio, sia con riguardo alla sicurezza dei prodotti immessi in vendita che, nella particolare contingente emergenza sanitaria nazionale, per scongiurare fini speculativi sui dispositivi riguardanti la protezione individuale, rivenduti a prezzi aumentati in maniera ingiustificata.